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Salvini ha imbrogliato su Twitter con #AlfanoDimettiti

La cronaca di questi giorni ci regala una classica polemica tutta italiana. Un leader dell’opposizione, Salvini, che, in mancanza di argomenti di spessore, innesca uno sterile battibecco con un membro del governo in carica, Alfano. Salvini lancia un hashtag su Twitter, #AlfanoDimettiti. Per chi non lo sapesse l’hashtag, la parola posta a seguito di #, è un potente strumento per raccogliere sotto un’unica storia contributi diversi. In soldoni se su Twitter ci cliccate sopra vi verranno elencati tutti i tweet (gli articoletti di massimo 140 caratteri che contraddistinguono quel social network) che contengono quell’hashtag. Tornando a noi, Salvini prende l’iniziativa ed apparentemente, badate bene ho detto apparentemente, l’iniziativa riscuote un grosso successo. L’hashtag infatti entra nei trending topics, la classifica di Twitter dedicata agli argomenti di cui tante persone stanno parlando in un determinato momento. Ma perché ho detto apparentemente? La storia si fa interessante…

A scoprire la magagna c’ha pensato Gilda35 (qui il link all’account Twitter), un collettivo che si autodefinisce dedito alla satira dadaista sul professionismo su internet. Spiega Renato Gabriele, di Gilda35:

l’hashtag #alfanodimettiti è balzato in testa grazie a una botnet che gestisce oltre 412 accounts e sono questi account (poi saliti a 479) che hanno creato e mandato in Twitter Trend Topic la campagna di oggi. Una botnet che si chiama “LegaNordIllustrator” e fa capo al social media manager del leader leghista Matteo Salvini.

 

Approfondendo meglio è venuto fuori che se sul sito matteosalvini.eu si fosse cliccato sul pulsante “registrati con Twitter” (opzione ora non più disponibile!) e se si fossero seguite le istruzioni lì riportate, si sarebbe autorizzata l’applicazione LegaNordIllustrator ad utilizzare il proprio account Twitter per diffondere automaticamente i messaggi di Salvini.

Badate bene che gli account utilizzati dall’applicazione non sono fittizi, ma appartengono a persone reali. L’applicazione semplicemente le impersonava per far credere che fossero loro a scrivere dei contenuti originali.

Ma bastano “soli” 500 account per scalare le classifiche di Twitter in Italia? In genere no. Se con “in genere” pensiamo agli orari in cui molte persone utilizzano il social network. Ma i 500 account hanno nutrito uno dopo l’altro le statistiche di Twitter in un orario di calma piatta, dandogli una fugace notorietà. L’hashtag infatti è durato per poco tempo nei trend topics, ma l’arrivo in classifica è stato sfruttato da Salvini per millantare un seguito alla sua iniziativa ben superiore a quello che in realtà ha avuto.

Matteo Flora ci riassume la vicenda in questo video con qualche acuta considerazione.