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Sofri e Calabresi

Premetto che ho delle riserve su Sofri. C’era un tempo che leggevo Panorama, quando ancora non voleva fare concorrenza a Novella2000. E per un periodo il commento in ultima pagina era di Sofri dal carcere.

Non mi piaceva come scriveva. Non ne condividevo i gusti quando parlava di cultura. Ma lo leggevo comunque. Perchè non ho mai ritenuto di avere sempre ragione e quindi ha sempre tentato di capire le ragioni di chi la pensa diversamente da me.

E l’ho letto casualmente anche oggi sul sito del Foglio. E non mi è piaciuto nemmeno questa volta. Anzi non mi è piaciuto come non mai!

Sull’omicidio Calabresi s’è sempre dichiarato innocente. Si è innocenti fino a prova contraria. E la prova contraria dev’esserci stata se, dopo processi durati anni, alla fine è stato condannato definitivamente come mandante di quell’omicidio.

Ergo è ufficiale: non ha premuto il grilletto, ma è Sofri che ha voluto fortissimamente la morte di Calabresi. Per la legge, per la famiglia di Calabresi, per noi tutti che ci affidiamo alla giustizia.

Ora, che Sofri si continui a dichiarare innocente non fà una piega. E’ suo diritto e lo rispetto per non aver cambiato linea. Cosa che gli impedisce anche di chiedere la grazia. Che irresponsabilmente molti politici vorrebbero dargli. Irresponsabilmente perchè manca il perdono della famiglia.

E quello che m’ha fatto ribrezzo di Sofri oggi è stato proprio l’attacco al figlio di Calabresi. Un uomo ora, un ragazzino allora, a cui è stato strappato violentemente il padre. Senza un vero motivo. Solo per odio. Odio feroce urlato da Sofri sulle pagine di Lotta Continua. L’odio che mai ha costruito niente, ma ha sempre e solo distrutto tutto. E chi come Sofri si spaccia per persona di cultura dovrebbe saperlo.

Sofri parla della moglie dell’anarchico Pinelli. Dice che non è tenuta da conto come la moglie di Calabresi.

Perchè? Perchè la memoria di un servitore dello Stato, ucciso perchè svolgeva il suo lavoro, è preminente sulla memoria di un cittadino che in un momento di debolezza ha fatto un gesto estremo. Calabresi non c’era in quella stanza. Era da solo Pinelli. Anche su questo s’è dibattuto a lungo. Ora anche Sofri è portato a credere che sia così. E allora? Ha chiesto a gran voce la morte di Calabresi per nulla. E l’ha avuta. E non ha mai espresso una parola di conforto o comprensione per le altre vittime del suo odio: la moglie ed ii figli di Calabresi. Anzi, tutt’altro. Ha asserito che la vedova di Pinelli non vorrà mai leggere il libro di Calabresi figlio sul padre. Ma forse è lui che non ha il coraggio di ammettere i suoi sbagli e vive solo dell’odio giovanile ormai raffermo.

Ribadisco il mo pessimo giudizio sul personaggio…