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Sotto i venti di Nettuno

sotto_venti_nettunoNo. In questo romanzo non ci siamo proprio. È stato anche divertente a tratti. Soprattutto nella resa del francese del Quebec messo a confronto col francese dei parigini. Ma anche con questa ed altre trovate originali, come per esempio la “acheressa”, l’hacker donna, la trama è troppo telefonata, troppo prevedibile. I colpi di scena tutti troppo attesi. Alcuni fin dall’inizio del romanzo stesso. Troppo sforzo per dare alla fine per forza ragione alla tesi di Adamsberg, lo spalatore di nuvole.

Certo la Vargas ha mestiere nello scrivere. Lo sa fare così bene che riesce comunque ad essere avvincente nel suo racconto. Tant’evvero che il libro l’ho letto di filato. E questo mi colpisce comunque. Tanto da perdonarle anche la fuga dal Canada di Adamsberg e Retancourt. Che è un pezzo su cui farei calare un dignitoso velo d’oblio.