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Sparrow

Sparrow è un client email. Se c’è un settore nello sviluppo del software dove si innova di meno è proprio quello dell’email.

Dal vecchio Eudora poco è cambiato. L’interfaccia è stata rifinita, ma sostanzialmente i programmi sono tutti molto simili.

Sparrow invece ha tentato di portare qualche novità in un settore così statico.

Come è ben riassunto dal video Sparrow riprende il look minimalistico tipico dei client per Twitter, con inbox unificate, Facebook Connect per dare un volto ai contatti, quick reply a la Gmail (nasce d’altronde come client Gmail) e la possibilità di inviare gli allegati tramite l’account Dropbox. Su Mac App Store esiste una versione gratuita con banner pubblicitario che consiglio di provare.

Da poco è invece disponibile la versione di Sparrow per iPhone. Anche qui il video è molto esplicativo. Con una impaginazione simile a Facebook rende più fluido l’utilizzo della posta elettronica.

La soluzione di Sparrow che apprezzo di più è la vista a volo d’aquila con cui scorrere i thread di messaggi. Il problema al momento è l’integrazione dell’app in iOS 5. Non essendo possibile modificare il client di posta predefinito non è possibile né utilizzare Sparrow in automatico quando un link ci rimanda ad una mail, né godere delle notifiche push.

Però c’è qualcosa che stà cambiando nella politica di Apple. Un paio di anni fa un’applicazione come Sparrow non sarebbe mai stata approvata in App Store, proprio perché replicava una delle quattro app del dock dell’iPhone: telefono, mail, Safari e iPod. Mentre per tutte le altre funzioni sono da sempre presenti app che le potenziano – basti pensare alla camera fotografica – per queste quattro Apple non ha mai approvato nessun’altra app. Tant’evvero che i browser alternativi a Safari devono necessariamente poggiarsi sul motore di rendering di Safari stesso.

Invece con l’approvazione di Sparrow, Apple per la prima volta mette nello Store un client email con un motore proprietario. Questa decisione sembra prodroma ad una apertura di iOS rispetto alle regole attuali, Sparrow ha promosso una petizione verso Apple per chiedere l’apertura delle API così da poter essere utilizzato a pieno titolo come client email predefinito su iPhone.

Arrivati a questo punto voglio parlarvi anche di Fluent.

Fluent è il prodotto di tre ex dipendenti di Google australiani. Con la chiusura di Wave i tre hanno deciso di provare a sviluppare alcune delle idee sviluppate in quell’avventura. Come si vede pesca nello stesso serbatoio di idee di Sparrow. E la cosa non guasta.

Il lavoro prosegue, come si vede dall’ultimo video, anche nel campo dell’interfaccia per rendere Fluent fruibile anche dai tablet. Al momento il servizio è in beta e l’accesso è limitato. Comunque si può farsene una buona idea tramite la demo online, ottimizzata per computer normali e touch screen.

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