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Un americano alla corte di Re Artù

Aver letto questo libro da piccolo, molto probabilmente in quelle edizioni ridotte che andavano di moda al tempo per avvicinare alla lettura i ragazzi senza il rischio di tediarli. Mi erano rimaste nella memoria due scene, una all’inizio del romanzo ed una alla fine. Ma della storia in sè non ricordavo nulla, così ho deciso di rileggerlo.

Mark Twain non ha bisogno di presentazioni. Con Le Avventure di Tom Sawyer Le Avventure di Huckleberry Finn si è imposto come uno dei principali scrittori americani della seconda metà dell’Ottocento. Questo libro vorrebbe essere una critica della sua America, quella colta nel passaggio fra il XIX e il XX secolo. Un’America presuntuosa nel pretendere di poter condizionare positivamente il corso del presente ignorando gli insegnamenti del passato. Ho scritto vorrebbe perchè alla fine le incongruenze sono troppe ed il romanzo si inceppa presto. 

Andiamo con ordine però. Il romanzo utilizza uno stratagemma simile a quello adottato da Manzoni ne I Promessi Sposi per raccontare un viaggio nel tempo. Twain ci racconta la storia che si dipana in un diario donatogli da un certo signor Morgan, eccentrico vecchietto incontrato nei pressi del castello di Warwick, in Inghilterra. Storia che altro non sarebbe che la trascrizione della straordinaria esperienza accaduta “realmente” a costui. A causa di una botta in testa rimediata durante una rissa, il signor Hank, un cittadino americano del Connecticut, viene catapultato indietro nel tempo presso la corte di Re Artù. Catturato da un cavaliere e reso schiavo, riesce a riscattarsi grazie alle proprie cognizioni tecnico-scientifiche: in breve tempo spodesta il celeberrimo Merlino diventando il primo ministro del regno di Camelot e il “mago” più potente di tutta l’Inghilterra. Facendo leva sulla posizione di potere e attraverso le conoscenze di metà Ottocento, Hank intende anticipare la storia e trasformare profondamente la vita sociale e politica dell’Inghilterra del VI secolo. I suoi ambiziosi obiettivi sono l’abolizione degli ordini cavallereschi e l’istituzione della repubblica. Inutile dire che la cosa si risolverà in un nulla di fatto.

Messa così la trama sembrerebbe avvincente, invece… invece è tutto così inverosimile! La stampa dei giornali in un’epoca di analfabetismo… Reti telegrafiche e telefoniche segrete… fabbriche capaci di produrre armi moderne… insomma a Twain la sospensione dell’incredulità non riesce e nonostante la buona idea iniziale e le buone intenzioni di critica al suo tempo ci si trascina per finirne la lettura.