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Una serata a scoprire Lego Serious Play

Chi mi segue su Facebook avrà notato che qualche sera fa ho postato una foto con alcuni amici, foto in cui armeggiavamo con dei mattoncini Lego.

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Non stavamo giocando ma stavamo scoprendo le potenzialità di Lego Serious Play. Ad introdurci in questo mondo, un altro nostro amico, Fabrizio Faraco (qui il suo blog se poi voleste contattarlo per avere maggiori informazioni). Fabrizio è diventato da poco facilitatore certificato di questa metodologia ed è stato così gentile da allestire per noi una mini sessione di un paio d’ore per farcela comprendere nella pratica.

la metodologia Lego Serious Play può essere sintetizzata con la frase: pensare con le mani. Questo perché le mani sono direttamente connesse con il nostro cervello e, tramite loro, riusciamo ad esprimerci più liberamente che non con le parole. La storia di questa metodologia è semplice ma affascinante. A metà degli anni novanta la Lego si trovava ad un bivio: soccombere di fronte al nuovo modo di giocare (le varie console che stavano spopolando) o trovare il modo di rilanciare il proprio prodotto, i propri mattoncini.

Facile a dirsi. Difficile il capire come farlo. In collaborazione con l’Università di Losanna e con il MIT fu allora sviluppata questa metodologia che sfruttava i mattoncini per dare forma concreta alle idee. Il successo di Lego Serious Play è basato su due assunti: la chiave del successo aziendale sono le persone e la strategia agita è spesso diversa da quella formale. Mettendo quindi le persone intorno ad un tavolo senza far pesare i diversi ruoli aziendali e facendoli esprimere per “azioni” si diventa in grado di definire processi strategici realistici. Il video qui sotto è abbastanza chiaro nel sottolineare come Lego Serious Play possa essere importante per immaginare scenari futuri o valorizzare il proprio brand.

Senza approfondire più di tanto, capirete che la cosa ha un certo fascino. Fabrizio ha focalizzato la serata sulla nostra comune esperienza ed i tempi sono stati molto ridotti. Un paio d’ore per poi andare tutti a cena. Ho trovato l’esperienza comunque molto stimolante. A volte non sapevo come rappresentare un concetto (per esempio: descrivi te stesso in funzione della tua storia) ed ho constatato che è proprio vero che lasciando costruire le proprie mani si riesce a dare risposte complesse in una maniera semplice.

Vi lascio con la foto qui sotto. A sinistra sono io visto da me stesso e a destra sono sempre io visto da uno dei miei amici.

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