Unwatchable è un cortometraggio brutale che riprende una delle tante tragiche storie raccontate dai profughi dell’infinita guerra (civile?!?) in Congo e la traspone nelle campagne inglesi per porci la domanda: lo accetteremmo, se accadesse da noi?!?
La storia che ha ispirato Unwatchable non è inventata ma riadattata dalla vicenda tragica di Masika e della sua famiglia. Era una famiglia normale, un marito, una moglie, due figlie. Finché l’inferno non è piombato in casa nelle vesti di una banda di mercati. Un marita fatto a pezzi lentamente, due figlie stuprate e rimaste incinte dei loro seviziatori, lei massacrata col coltello nelle parti intime dopo lo stupro.
Il grido di denuncia del cortometraggio è chiaro sin dall’avviso iniziale: le scene di violenza potrebbero turbare le persone comuni e qualche produttore di smartphone. Perchè è la verità è che nel Congo non si aggirano bande di disadattati auto generatesi ma milizie armate che controllano le risorse naturali – stagno, tantalio, tungsteno, oro – ed utilizzano stupri ed atrocità per soggiogare la popolazione civile e così per poter fare affari d’oro con quelle aziende che tanto hanno bisogno di questi minerali: produttori di microchip ed elettronica.
Unwatchable è un’opera traumatica che vuole spingere tutti a firmare una petizione da sottoporre all’Unione Europea per evitare che queste aziende utilizzino le risorse provenienti dalle regioni dell’Africa Nera senza le opportune garanzie che i diritti umani siano rispettati.