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Vittoria di Pirro

Ieri sera ho partecipato alla riunione del Comitato di Quartiere scaturito dalle recenti elezioni. Tutto si è compiuto come facilmente prevedibile visti i discorsi e le mezzi frasi spese da alcuni neo consiglieri nell’ultima settimana in giro per il quartiere. Un gruppo di 8 Consiglieri, ha deciso di rifiutare una proposta unitaria per l’elezione dell’Ufficio di Presidenza del CdQ – che voleva le cariche assegnate ai primi tre eletti – e si è assunto la responsabilità grave di spaccare in due il Consiglio Direttivo. Questo perchè hanno pensato bene di essere più saggi dei cittadini che a suon di voti avevano chiesto la conferma della linea portata avanti dai membri uscenti – e riconfermati – del vecchio CdQ.

Vi riporterò di seguito una bozza della discussione avvenuta, sulla falsariga dei miei appunti, e l’inframmezzerò con dei commenti. Sono appunti e non un verbale, ma danno bene l’idea della discussione avvenuta.

Premetto prima alcune considerazioni, volte anche a rispondere ad alcune preoccupazioni che a volte in buona e a volte in mala fede vengono espresse quà e là.

Intanto iniziamo dall’espressione per il bene del quartiere. Ultimamente viene trita e ritrita, tanto da essere diventata banale. Cos’è il bene del quartiere? Ognuno ha la sua legittima idea sull’argomento. Sottoporsi a delle elezioni e poi fare in modo che le persone che hanno raccolto il maggior consenso siano messe da parte si può considerare il bene del quartiere? Io reputo che sia un atteggiamento arrogante e miope. E non posso certo provare stima per chi, senza mai argomentare le proprie scelte, preferisce assumere tali posizioni. Le persone adulte compiono delle scelte nella loro vita e se ne debbono assumere le responsabilità. Ecco perchè vi premetto che Laino, Ciciarello, Porfiri, Anzidei, Onori, Barletta, Ceci e Jannino dovranno sempre assumersi la responsabilità di aver disatteso le aspettative delle stesse persone a cui avevano con tanta insistenza chiesto il voto. E dovranno assumersi le loro responsabilità sia all’interno del Consiglio Direttivo, sia verso i loro concittadini tutti. I miei genitori mi hanno trasmesso alcuni insegnamenti: onestà, lealtà, sincerità. Se dissento su un’idea, dico la mia. Ma, lo ribadisco, queste persone si sono presentate in riunione con già le loro decisioni prese e non sono state capaci di dare una sola motivazione valida – o che quantomeno che tale sia sembrata – alle loro scelte. Per cui a chi dice che quel che è stato è stato ed ora si deve andare d’amore e d’accordo, rispondo che io non sono la macchietta dell’italiano medio, sempre pronto a compromessi e ad accordi sottobanco. Cinque persone: Lucciola, Lavorato, Gliro, Morezzi e Vinci non possono – e non vogliono – essere apparentate a chi ha una moralità a geometria variabile. Per rispetto a noi stessi e a tutti quelli che hanno partecipato ad un momento di democrazia nel quartiere. Da Consiglieri eletti lavoreremo per portare avanti le varie istanze – abbiamo ben dimostrato di averne la capacità. Ma starà alla nuova maggioranza dimostrare di avere capacità propositiva ed operativa.

Ma veniamo alla bozza di relazione sulla riunione. Non pretende di esserne un verbale – quello verrà pubblicato sul sito del CdQ quando sarà stato condiviso ed approvato da tutti i Consiglieri – ma solo di dare un senso alla riunione.


Alla prima assemblea del Consiglio Direttivo erano presenti Anzidei, Barletta, Ceci, Ciciarello, Gliro, Jannino, Laino, Lavorato, Lucciola, Morezzi, Onori, Porfiri, Sberna, Vinci.

 

Lavorato, Presidente pro tempore, propone di dare ufficialmente atto del lavoro corretto, trasparente e proficuo svolto da Maria Antonietta Marino, Presidente uscente del CdQ, e dai membri della Commissione Elettorale affinché le elezioni del CdQ avessero luogo e fossero tenute correttamente. Tutti approvano.

 

Di seguito l’elenco degli interventi.

 

Iannino. Fa presente che la convocazione della riunione al punto 1 recita “nomina dell’Ufficio di Presidenza ai sensi dell’art. 6 comma 1 paragrafo 1 dello Statuto”, legge l’articolo in questione e legge poi l’articolo 8 comma 2 “Sono valide le deliberazioni approvate con un numero di voti che rappresenti la maggioranza degli intervenuti”. Iannino chiede di prendere atto che serva il voto di 8 Consiglieri per nominare l’Ufficio di Presidenza. Lavorato risponde di reputare sottinteso che quell’articolo sia valido. Jannino replica che a parer suo nella convocazione si sarebbe dovuto citare o tutti e due gli articoli o nessuno dei due. Jannino chiede quindi di estendere nella convocazione al punto 1 anche l’articolo 8. Tutti ribadiscono di aver dato per scontata la validità del punto 8.

E quì già a mio parere iniziamo male. Il vecchio Comitato mai aveva perso tempo con inutili formalismi. Quando hai una vera motivazione pensi al fare, non perdi tempo in cavilli palesemente inutili.

Ciciarello. Chiede che, non essendo specificato nello statuto, la votazione sia palese. Nessuno dissente e quindi si stabilisce che sia palese.

Ceci. Chiede con che modalità si debba proporre e poi votare l’Ufficio di Presidenza. Lavorato propone di votare per una terna di nomi. Jannino pone la questione sull’esistenza di eventuali terne. Onori propone di votare una carica alla volta. Si decide di proseguire nella discussione per vedere cosa ne scaturisce a livello di candidature e poi di decidere.

Jannino. Si auto candida come Presidente.

Mi sarei aspettato un discorso, un motivo qualsiasi perchè uno arrivato decimo su quattordici – le cui qualità quindi gli elettori non sembrano aver apprezzato così tanto – pensi di avere più titolo di chi non solo ha ricevuto un forte consenso, ma ha anche presentato un programma e dei progetti non limitati a dei punti ovvii e banali, tipo fermata metro o fine del consorzio. Ma tant’è…

Gliro. Fa presente che il risultato delle elezioni ha messo in luce l’esistenza di una terna di nomi, i tre più votati, e propone una terna: Lavorato come Presidente, Laino come Vice Presidente e Lucciola come Segretario. Fa anche presente che Lavorato non solo ha ottenuto più voti di tutti ma essendo un dirigente della pubblica amministrazione ha le competenze migliori per affrontare questioni come i collaudi e la fermata metro, questioni di cui si è già occupato in passato nel precedente CdQ.

Come vedete una proposta saggia. Anche perchè i primi tre eletti rappresentano istanze molto diverse e meglio di tutti avrebbero potuto svolgere il compito di rappresentare il quartiere con uno spirito di collaborazione ed altamente costruttivo.

Vinci. Appoggia la proposta di Gliro proprio per la maggiore esperienza dei tre sulle questioni del quartiere.

Sberna. Propone Laino come Presidente

Onori. Chiede che si stabilisca un ordine procedurale: singolo candidato alle cariche o terna.

Ciciarello. Propone di votare singolarmente per le tre cariche. Aggiunge che non si deve dare spazio alla politica e che non deve contare se qualcuno ha ricevuto più voti. Sostiene la candidatura di Jannino perchè, essendo in pensione, è più libero da impegni. Pone l’esempio di un assessore che convocasse una riunione alle 8,30, orario lavorativo. Aggiunge a sostegno della candidatura di Jannino come lo stesso viva il quartiere più di altri. Propone Lavorato come vice presidente e se stessa come segretaria.

Ed ecco le due argomentazioni a sostegno della candidatura di Jannino. Le uniche che emergeranno nella discussione. Nell’improbabile ipotesi che ci fosse una riunione alle 8,30 del mattino lui potrebbe andare. Peccato che il grosso degli incontri avvenga negli orari pomeridiani. E vivrebbe di più il quartiere. Anche quì l’affermazione non regge. Che vuol dire? Che stà ai giardinetti? E chi al ritorno dal lavoro si ferma ai bar per un aperitivo non lo vive? E chi porta a passeggio i cani? Quì si elegge il Presidente di un Comitato di Quartiere, non quello del circolo della bocciofila!

Morezzi. Chiede venga rispettata la volontà popolare, richiamandosi alla proposta di Gliro.

Ciciarello. Sottolinea come abbia votato poca gente rispetto alla popolazione residente nel quartiere.

Morezzi. Ribatte che il voto di chi ha partecipato è comunque importante.

Ciciarello. Afferma come il distacco tra i candidati sia scarso.

Ed io mi chiedo allora perchè si sia chiesto alle persone di votare. Volantini, mail, facebook, porta a porta. La gente sceglie altre persone e allora il loro voto non è più significativo. Sono opinioni personali che io non potrò mai condividere.

Porfiri. Invoca un principio di democraticità asserendo che non si siano svolte elezioni presidenziali, ma di un CdQ. Nel Consiglio Direttivo si può ridiscutere dei risultati elettorali, in quanto la votazione si basa sulla maggioranza dei Consiglieri eletti. Sottolinea poi come l’Ufficio di Presidenza debba essere garante di tutto il quartiere. Ribatte alla Ciciarello come non si possa dire no alla questione della politica, perchè tutti abbiamo delle idee. L’importante è che queste non siano invasive. Ma questo si può giudicare solo nel tempo. Sostiene la candidatura di Jannino perchè ha tempo libero a disposizione ed è inserito in varie realtà del quartiere.

E’ vero che da statuto i membri del Consiglio Direttivo possono decidere ciò che vogliono. Però poi non debbono lamentarsi se diventano autoreferenziali e se si sentono incompresi dal loro prossimo. Mi incuriosisce poi l’affermazione che Jannino sia inserito in varie realtà del quartiere. Ero rimasto che aveva aperto in parrocchia un centro anziani. E ho iniziato a pensare che un centro civico laico al di fuori della Parrocchia sarebbe una zappa sui piedi per la sua iniziativa. Altro motivo per non votare Jannino in quanto sarebbe il primo ad essere danneggiato da una delle richieste della popolazione.

Lucciola. Appoggiando la proposta di Gliro fa presente che dalle elezioni sono usciti dei profili chiari. Quarantenni che abbiano già esperienza e conoscenza pregressa delle questioni da risolvere. Sono stati indicate persone che oltre ciò hanno presentato un programma articolato per lo sviluppo del quartiere. Lancia poi un appello a Laino affinché accetti la proposta di Gliro: Lavorato Presidente, Laino vice presidente, Lucciola segretario. Sulla questione tempi fa presente che Lavorato è un dirigente che può disporre come meglio crede del suo tempo. Laino un libero professionista che questo problema può risolvere facilmente. E che lui non deve timbrare alcun cartellino. E che nella sua passata esperienza mai un assessore o un dirigente ha dato appuntamenti alle 8,30 del mattino. Spesso vengono stabiliti in orari pomeridiani.

Chiariamoci. Quì nessuno ha l’anello al naso. L’operazione in corso è guidata da Laino, il terzo degli eletti. L’unico degli otto con una testa pensante e con la capacità di guidare un gruppo. Io ho sempre sostenuto che un CdQ debba essere inclusivo e non escludere a priori nessuno. E dato che penso che nelle cose bisogna metterci la faccia e che il consenso che ha coagulato Laino sia comunque importante ho lanciato l’appello ad accettare la proposta che abbracciava il risultato delle elezioni. La mia coscienza è pulita. Stà ora agli altri assumersi le proprie responsabilità.

Lavorato. Lavorato dissente sull’affermazione che il consenso non conti. Fa presente come da un anno sia iniziata una confusa campagna denigratoria contro il passato CdQ sul tema consortile. Come nelle ultime settimane lui stesso abbia ricevuto attacchi diretti. Come sebbene si fosse in ritardo con l’organizzazione delle elezioni, il passato CdQ abbia fatto di tutto per velocizzare le procedure proprio per mettere fine a tutti questo. Ma non essendosi misurati per liste contrapposte, i voti ricevuti contino ancor di più, proprio per rimarcare le scelte degli elettori. E quello che emerge è che ha vinto la linea del CdQ uscente. I membri del vecchio CdQ sono stati gli unici a presentare un programma, non limitato al solo titolo dei problemi (metro, consorzio) ma proponendo idee nuove. Su 6 candidati, 5 sono stati eletti. Altri due si erano ritirati dalla competizioni per motivi personali. Ed il risultato di tutti e 5 gli eletti conta. I 14 consiglieri eletti rappresentano 1062 voti. Il CdQ uscente (Lavorato, Gliro, Lucciola, Morezzi, Vinci) rappresentano 474 voti, il 45%. Risulta contraddittorio parlare di democrazia e poi dire che il consenso non conta.

Si parla di politica, ma la politica è un’arte nobile, non bisogna banalizzare i termini. E la politica nel quartiere pesa. Lavorato non ha alcuna tessera. Altri invece (Jannino) hanno relazionato al fianco di un politico (Pace) in una passata tavola rotonda. Proprio per questo Jannino non può essere garante di imparzialità.

Porfiri. Chiede se Pace fosse presente in qualità di assessore del XIII Municipio o di politico. Si dichiara che era stato invitato in qualità di assessore.

Jannino. Afferma di aver relazionato su un argomento di interesse sociale e accusa Lavorato di aver relazionato ad un incontro sponsorizzato da un movimento politico.

Lavorato sottolinea che ha tenuto una relazione sull’infiltrazione della mafia ad Ostia.

Jannino. Chiede che non si parli di politica.

Lavorato. Essendosi sovrapposti gli interventi Lavorato chiede che si lasci parlare l’oratore e che si ribatta al termine del discorso.

Porfiri. Chiede del perchè si sia finiti a parlare di politica.

Lavorato. Richiama il primo intervento di Ciciarello ed afferma che se si mette in campo un argomento è normale poi ribattere.

Riprendendo il filo del discorso Lavorato si definisce una persona seria ed onesta. Tant’evvero che non ha risparmiato dure critiche alla passata amministrazione Orneli (PD) nel XIII Municipio. Lavorato si reputa fuori da qualunque condizionamento.

Si dichiara indisponibile ad essere con 147 voti il vice presidente di Jannino che ne porta solo 57.

Lavorato afferma di avere tutto il tempo che vuole, potendo recuperare le eventuali ore perse al mattino nel pomeriggio o la sera. E che mai è successo che un assessore abbia convocato una riunione alle 8,30 del mattino.

Vista però la forte avversione dell’Assemblea verso la sua candidatura, se venisse eletto Jannino volendo avere un atteggiamento costruttivo svolgerebbe il ruolo di opposizione interna nel CdQ.

Si può condividere o meno ma almeno qualche argomentazione più pesante di quelle portate a sostegno di Jannino c’è. Se poi qualcuno vuol negare l’evidenza faccia pure…

Sberna. Dice che l’essersi creati due gruppi contrapposti non è un bene e che lui, al contrario delle accuse mossegli da Morezzi, è indipendente. Aggiunge che se a quella tavola rotonda fosse stata presente una forza politica diversa, probabilmente non si starebbe discutendo della questione.

Seguono poi una serie di polemiche tra Sberna, Vinci e Morezzi su chi si sia sacrificato di più quando tutti e tre avevano fondato il vecchio CdQ.

Anzidei. Propone la sua candidatura a vice presidente in qualità di rappresentante dei commercianti.

Anche quì argomentare qualcosa ci sarebbe stato bene. Ma forse chiedo troppo.

Jannino. Dichiara che tutti gli eletti hanno degli obiettivi condivisi, anche se con la sua presidenza cambieranno metodo e priorità. Con l’elezione del Consiglio Direttivo gli altri membri non scompariranno, ma potranno partecipare al raggiungimento degli obiettivi. Si deve dare atto al passato CdQ di aver creato un’organizzazione col suo valore, ma ci sono priorità che il precedente CdQ non ha voluto affrontare: debiti consorzio, asilo nido, via di malafede, parchi giochi. Jannino da presidente darà priorità diverse. Dichiara altresì di non voler riproporre iniziative del passato che abbiano abbracciato una parte politica.

E con questa frase Jannino da prova della sua totale inadeguatezza al ruolo. Secondo lui il passato CdQ non ha voluto – così ha detto, me lo sono scritto, ha detto proprio voluto – affrontare i problemi. I debiti del Consorzio sono un problema complesso legato anche a due cause legali. Forse è colpa del vecchio CdQ se in Italia le cause legali si trascinano per anni? A parere di Jannino si. Asilo nido e Via di Malafede sono opere legate alla costruzione della metro. E’ al contrario merito del CdQ se tale progetto ha superato i due terzi del suo iter burocratico. Sul sito www.giardinodiroma.eu sono pubblicamente disponibili svariati documenti sull’argomento. Ma Jannino dimostra di non averne letto alcuno e di brancolare nel buio. Sui parchi giochi nel vecchio bilancio del Consorzio eravamo riusciti a far stanziare dei fondi per ripristinarli. Poi i problemi di bilancio hanno impedito di allocare i soldi su tali spese. Ma torniamo al problema già esposto all’inizio di queste considerazioni. E anche su questo quindi Jannino dimostra di non avere alcuna idea dell’argomento di cui discute.

Vinci. Dichiara che il precedente CdQ è stato denigrato gratuitamente. Senza prove alcuni hanno accusato Vinci e Morezzi di prendere 1500 euro l’anno per la loro opera di controllo sull’operato della ditta che ha in gestitone il verde. Sempre alcuni hanno accusato Brandolini (passato Consigliere del CdQ) di aver preso dal Consorzio 5000 euro per comprarsi la macchina nuova, quando si sa che essendo un dirigente lo stesso Brandolini goda di uno stipendio adeguato al ruolo. Vinci accusa Jannino di aver parlato solo dei bambini ma non degli anziani. Vinci e Morezzi si sono spesi per anni andando ripetutamente in Municipio ad Ostia per promuovere un centro civico laico. Vinci non vuole essere costretto a frequentare il centro anziani della parrocchia di cui Jannino è presidente.

Vinci aggiunge anche di aver ricevuto lettere anonime nel periodo elettorale.

Ciciarello. Afferma che non va dato peso alle calunnie.

Vinci. Vinci ribatte che quando ti alzi alle 2,30 del mattino per controllare che la disinfestazione anti zanzare sia fatta correttamente, senza prendere una lira, ci dai peso alle calunnie.

Onori. Invita a pensare al bene del quartiere. Sottolinea che i 14 consiglieri debbano lavorare per il quartiere e guardare avanti. Invita ad eleggere l’ufficio di presidenza senza pensare di costituire una opposizione. Concetto che a suo parere stride con il concetto di CdQ.

Gliro. Concorda con Onori. Afferma che si, è vero che le cariche sono simboliche, ma che la passione accalora gli animi ed invita a trovare una strada per essere costruttivi. Ma esiste anche un problema con le persone all’esterno dell’assemblea che vorranno capire il perchè dell’assegnazione di alcune cariche. E quindi, sebbene simboliche, le cariche sono importanti.

Porfiri. Invita Onori a non preoccuparsi del concetto di opposizione. Anzi sottolinea come una vigilanza interna sia positiva.

Ciciarello. Riferendosi a Lavorato afferma che non era sua intenzione offenderlo. La sua speranza era non avere fazioni politiche, ma che la politica deve entrare nel CdQ.

Vinci. Interrompe la Ciciarello per sottolineare come i membri uscenti del CdQ non abbiano mai pensato una cosa del genere.

Ciciarello. Afferma che Lavorato vuole che ci si schieri o con lui o contro di lui.

Lavorato. Nega questo punto di vista.

Porfiri. Invita a stabilire una metodologia per attribuire le cariche. Ed invita tutti a non attribuire agli altri parole non dette. Invita altresì tutti a chiedere maggiori spiegazioni quando si è in dubbio sul concetto che viene espresso.

Lucciola. Rivolge una appello finale a Laino ad accettare la proposta di Gliro. L’attribuzione dell’ufficio di presidenza agli eletti con più voti sarebbe un modo elegante di svelenire il clima.

Laino. Ringrazia per l’offerta ma afferma che gli impegni familiari gli impediscono di impegnarsi oltre la carica di Consigliere.

Peccato. Giancarlo avrebbe dovuto dimostrarsi più saggio. Ma come ho già detto ognuno è responsabile delle proprie scelte. E da lui, che nel gruppo degli 8 ha raccolto il maggior consenso elettorale e della cui opinione necessariamente gli altri non possono non tener conto, mi sarei aspettato di vedere un forte tentativo per trovare una soluzione condivisa.

Si decide di votare un incarico alla volta

Votazioni ad alzata di mano.

Presidenza

Jannino 8 voti favorevoli (Laino, Ciciarello, Porfiri, Anzidei, Onori, Barletta, Ceci, Jannino)

Lavorato 5 voti favorevoli (Lucciola, Lavorato, Gliro, Morezzi, Vinci)

Sberna si astiene

VicePresidenza

Anzidei

8 favorevoli (Laino, Ciciarello, Porfiri, Anzidei, Onori, Barletta, Ceci, Jannino)

4 contrari (Lucciola, Lavorato, Morezzi, Vinci)

2 astenuti (Gliro, Sberna)

Segreteria

Viene chiesto a Lucciola se la sua candidatura sia ancora disponibile. Lucciola risponde che venuta meno la proposta unitaria con il rifiuto di Laino anche la sua candidatura non è più disponibile.

Ciciarello

7 favorevoli (Anzidei, Jannino, Barletta, Onori, Laino, Porfiri)

4 contrari (Vinci, Morezzi, Lavorato, Lucciola)

3 astenuti (Gliro, Ciciarello, Sberna)

 

Lavorato dichiara che assume la carica di Presidente eletto Jannino.

Si passa al secondo punto all’OdG: assegnazione delle commissioni

Jannino dichiara di non conoscere le prerogative delle vecchie commissioni e propone di rimandare. Tutti approvano. Onori sottolinea come nel vecchio CdQ non fossero mai state istituite delle commissioni e propone di riflettere su obiettivi comuni che possano raggruppare consiglieri e collaboratori esterni. Jannino suggerisce di stabilire delle deleghe. Onori propone dei gruppi di lavoro. Comunque tutto è rimandato alla prossima riunione.

Lavorato prende la parola in conclusione dei lavori.

Lavorato. Suppone che, vista la compattezza della maggioranza e la mancanza di argomentazione nella candidatura di Jannino, questa auto candidatura non sia recente e l’arrivare senza idee chiare sulla struttura da dare al CdQ sia sinonimo di impreparazione.

Beh, come dargli torto. Le poche volte che ha parlato Jannino ha dimostrato di non aver mai approfondito alcun argomento. Eppure i suoi sostenitori affermano che ne abbia di tempo a disposizione…

Chiarisce come nel passato si affrontassero singole questioni senza ingessarle in delle commissioni. Invita quindi Jannino a proporre nella prossima riunione dei punti specifici che permettano di capire quale sia l’indirizzo del nuovo CdQ.

Lavorato scrive e consegna una proposta di riconvocazione del consiglio direttivo del CdQ a non oltre un mese dalla riunione attuale per stabilire il programma del comitato stesso.

Vabbè, basta così. Ho tagliato quà e là le parti dei miei appunti che poco avevano a che fare col senso della discussione.

Adesso questi otto signori dovranno assumersi la responsabilità chiara di aver arrogantemente voluto spaccare il Consiglio Direttivo. E dovranno dimostrare ai restanti membri e agli elettori della cui opinione si sono bellamente disinteressati di essere capaci a fare proposte costruttive. Noi cinque continueremo a lavorare per svolgere il programma che gli elettori hanno votato massicciamente.

Ai tanti che chiedono se le scelte possano essere cambiate rispondo che tutto è possibile. I Consiglieri possono cambiare idea e sfiduciare l’Ufficio di Presidenza, come possono prendere atto di non essere in sintonia con chi dovrebbero rappresentare e possono benissimo dimettersi. Ognuno ha la propria coscienza con cui fare i conti. 

Ancora qualche appunto su Statuto e Regolamento delle Elezioni. Faccio presente che lo Statuto del CdQ fu redatto dai fondatori del Comitato, sulla falsariga di un altro statuto di un altro comitato. I membri di quell’originario Consiglio Direttivo uscirono dopo un anno dal CdQ ed io e molti di quelli arrivati fino ad oggi eravamo entrati in seguito nel CdQ. Faccio anche presente che quando delle persone si impegnano in qualcosa in maniera seria ed onesta, difficilmente perdono tempo sui cavilli. Nessuno dei passati membri del CdQ aveva mai buttato del tempo ad alambiccarsi sui come e sui perchè delle pieghe dello statuto. Avevamo cose più importanti a cui pensare. Quando poi si è arrivati alle elezioni era troppo tardi per cambiare lo statuto.

Un altra nota. Sempre rivolta ai sostenitori della coesione per il bene del quartiere. Nel vecchio CdQ, che tanto ha ottenuto, mica si andava d’amore e d’accordo. Ho assistito a scontri epocali. Roba da lasciare attoniti. Poi però queste persone, quando si trattava di lavorare per portare avanti le varie questioni pendenti, non si facevano problemi a collaborare. Quindi rassicuro tutti che un CdQ diviso come quello che l’attuale maggioranza ha pervicacemente voluto non per questo potrà essere meno efficace. Anche i pochi potranno ottenere molto per la comunità.