Intanto diciamolo subito: non è una parolaccia 😉 Osmiza è una parola di origine slovena e designa un punto di ristoro aperto solo alcuni giorni dell’anno.
Ma andiamo con ordine. Gli Osmize sono realtà diffuse prevalentemente nella provincia di Trieste. Per lo più sull’altopiano carsico, nei piccoli paesini della zona. La loro origine risale all’Impero Austro-Ungarico. Fu infatti l’Imperatore Giuseppe II d’Asburgo ad istituirli nel 1874 come forma di aiuto ai contadini. Gli Osmize infatti godono di un regime fiscale particolare che permette ai contadini di avere un piccolo guadagno extra rispetto a quello normalmente tassato dallo Stato.
Ma come funziona effettivamente un Osmize? Due i punti fermi. Primo: si va a casa di un contadino. Non importa che sia la sua di casa o quella di un’altra persona che l’ha prestata alla bisogna. Comunque sia, deve essere uno spazio privato dedicato a questo utilizzo.
Secondo: solo un contadino con una vigna – e quindi una cantina – può aprire un Osmize. Questo perché l’Osmize è inteso come un posto dove si beve il vino del proprietario accompagnato con salumi e formaggi locali. Le deroghe al cibo sono poche – sottolio e sottaceto, uova sode. Questo perchè il proprietario non può cucinare nell’Osmize. Il proprietario no. Ma l’avventore si, se si porta il cibo. Infatti sono presenti dei cucinini per chi fosse più organizzato.
Gli Osmize possono essere aperti solo per alcuni giorni dell’anno. Normalmente a blocchi di due settimane ed il periodo di apertura è strettamente legato alla quantità di vino prodotto ogni anno. Ma tranquilli! Esiste un ottimo sito web – con tanto di applicazioni per smartphone – per sapere quali Osmize sono aperti, dove siano e come contattarli. Il link è qui.
Noi siamo stati all’Osmiza di Marisa ed Igor a San Giuseppe della Chiusa. Abbiamo mangiato e bevuto bene ed abbiamo chiacchierato a lungo con Igor che ci ha raccontato molto sia della realtà degli Osmize che della sua vita. Una gran bella serata 😄