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2010

Australia

Casio Exilim

1 Agosto

l’itineraio del viaggio

La meta è Down Under, come gli inglesi chiamano l’Australia (e la Nuova Zelanda). Da Fiumicino a Dubai con Emirates. Sei ore di volo e poi scalo in aeroporto.

2 Agosto

Gli emirati hanno puntato molto sulla loro compagnia di bandiera e sul loro nuovo aeroporto. All’aeroporto di Dubai puoi comprare delle mazze da golf o la cover in oro per il cellulare – anche se dalle forme sembrano per modelli non diffusi da noi 😎 Mettiamola così: al kitsch serviva una nuova patria 😂 Comunque Emirates va lodata: ci spedisce con una tratta diretta di quattordic’ore a Sydney sull’ultimo gioiello di Airbus, l’A-380. I primi voli di questo gigante sono iniziati nel 2007 e si rivela il più comodo in circolazione, finanche nella sempre bistrattata classe economy.

3 Agosto

L’arrivo a Sydney è traumatico. Il tempo è brutto e noi tutti patiamo il rapido cambio termico. Dai 28 gradi e più di casa nostra ai 15 del Nuovo Galles del Sud. Ci sembra di morire di freddo. Con i mezzi pubblici raggiungiamo il centro città dall’aeroporto e prendiamo le nostre stanze al Sydney Central YHA (link qui), un ostello dalla posizione strategica.

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Dopo esserci adeguatamente protetti dal freddo (sappiamo che già da domani ci saremo abituati alle temperature più basse e che questi brividi scompariranno senza problemi), visto che il tempo migliora rapidamente decidiamo di andare a Bondi Beach: un chilometro di sabbia fine delimitato ai lati da due scogliere. Una delle mete simbolo del surf. Lasciata la spiaggia percorriamo una parte del Costal Walk, un sentiero scavato nella scogliera che nella sua interezza porta da Bondi a Cooge. Noi ne percorriamo la metà, fino a Bronte.

La prima cosa che ci ha affascinato in questo scenario invernale, col mare che solleva onde possenti, sono proprio queste onde che riempiono le piscine del Bondi Icebergs Club, costruite sugli scogli a filo con l’oceano. E poi ci sono tutte le rocce attraverso cui si snoda la passeggiata, affascinanti per forma e levigatezza. Attraversiamo la Mackenzies Bay, Tamarama Beach e finalmente arriviamo a Bronte Beach che ormai le nuvole hanno lasciato spazio ad uno splendido sole!

Nel pomeriggio torniamo al nostro ostello e da lì, percorsa George Street, raggiungiamo la baia con i simboli della città di Sydney: l’Harbour Bridge e l’Opera House. Decidiamo di farci un giro nella baia sul traghetto per ammirare il tramonto da lì.

4 Agosto

Il tempo oggi è splendido, sembra primavera. Ci regaliamo una splendida passeggiata. Ci fermiamo alla St Mary’s Cathedral, una cattedrale gotica con una piazza arricchita di giochi d’acqua, ed all’ingresso del Sydney Hospital. Perchè davanti un ospedale vi chiederete giustamente voi?!? Per ammirare una statua bronza: Il Porcellino. Questa copia dell’originale fiorentino fu donata all’ospedale dalla Marchesa Clarissa Torrigiani in memoria di suo padre, il dott. Thomas Fiaschi, e di suo fratello, il dott. Piero Fiaschi, entrambi chirurghi di fama di quella struttura. Visitiamo poi il Royal Botanic Garden, link qui, una bellissima oasi che si estende su uno dei lati della baia fin quasi all’iconica Sydney Opera House (link qui). L’arditezza delle linee ed il loro slancio nello spazio sono fantastiche. Restiamo ammirati. Come tutti. Dall’Opera House raggiungiamo l’Harbour Bridge. Saliamo su uno dei suoi piloni per ammirare dall’alto il teatro e la baia che lo circonda. Che spettacolo!

Meta successiva il Sydney Fish Market (link qui). E’ uno dei più grandi mercati del genere al mondo ed è possibile pranzare qui. Ordiniamo speranzosi delle aragoste che ci arrivano prontamente servite sotto una cappa di formaggio fuso! 😱

La classica situazione in cui uno dovrebbe alzarsi, andare in cucina e dire al cuoco di farsi da parte perchè peggio non potrebbe fare 😎

da Sydney ad Adelaide

Il pomeriggio si và in aeroporto. Bagaglio leggero per una escursione di due giorni. Prima destinazione: Adelaide. Non manchiamo di dare vita ad un paio di situazioni comiche.

  1. Prendiamo la metropolitana per l’aeroporto. All’uscita si debbono reinserire i biglietti nei tornelli per farli aprire. Una componente del gruppo compila il diario di viaggio su un quaderno e lo correda di biglietti e manifesti incollandoveli. Ai tornelli sento alle mie spalle la frase: il biglietto? Ma io l’ho incollato sul quaderno! 😂 Andiamo dall’omino dei controlli a spiegargli la situazione con il quaderno in bella vista e lui, comprensivo, la fa passare 😅
  2. Va bene che si è detto: bagaglio leggero, staremo fuori due notti. Pure troppo leggero per un’altro dei componenti del gruppo che lascia in ostello anche pure il passaporto! Per fortuna è un volo interno ed al check-in accettano anche la carta di credito come documento d’identità 🤷🏻‍♂️

Prendiamo le stanze al Confort Inn Haven Marina (link qui). Dopodiché, visto che siamo a due passi dal porto turistico, ci facciamo una passeggiata. Tutto molto bello, tutto molto curato. Unica pecca, la solita: i locali chiudono presto.

5 Agosto

La mattina di nuovo in aereo per la nostra vera meta: Kangaroo Island, un isolotto grande come la Val d’Aosta pieno di canguri, koala, pinguini e leoni marini. Non ci facciamo mancare neanche oggi gli imprevisti. Una ragazza del gruppo inaugura la giornata dimenticando la macchina fotografica sul taxi (più che altro le deve essere scivolata fuori dalla tasca). Proseguo io a Kangaroo strusciando un’altra macchina in fase di parcheggio. La guida a sinistra crea indubbiamente qualche problema all’inizio!

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Il parco principale dell’isola è il Flinder Chase National Park, link qui, esattamente dalla parte opposta rispetto all’aeroporto di Kingscote. Recuperiamo le macchine affittate, cambio automatico e guida a sinistra. Il tempo di abituarsi – almeno il sistema metrico non è quello imperiale, in Australia utilizzano i chilometri – e partiamo.

Prima meta Admirals arch. Immaginate la scena. Cielo plumbeo. Cade una leggera pioggerellina. Fa un freddo cane. Il mare è mosso ed onde possenti si infrangono sugli scogli. Lasciamo le auto di fronte il faro che illumina questo promontorio. Seguiamo uno stretto sentiero che ci fa scendere nel mezzo della scogliera dove arriviamo davanti questo imponente arco di roccia. E lì sotto, pacifiche, sonnecchiano indifferenti tutte queste piccole otarie, le New Zealand Fur Seal.

Seconda tappa Remarkable Rocks. Ci sono voluti 500 milioni di anni per pioggia, vento e onde martellanti per creare questi massi di granito dal nome appropriato (remarkable vuol dire notevole). Notevoli per le forme levigate e per i colori rossicci che contrastano con la vegetazione verde circostante.

Facciamo una breve sosta presso l’Hanson Bay Wildlife Sanctuary per vedere i koala allo stato brado. C’è un ranger all’inizio di un boschetto. Chiediamo. Gentile ci indica un sentiero e ci dice: proseguite per quel sentiero. Quando vedete un albero di eucalipto guardate alla base. Se notate la corteccia escoriata dagli artigli di un koala allora iniziate a cercare in alto tra i rami. Ora voi capite… 🤷🏻‍♂️ chi li sa riconoscere gli alberi di eucalipto?!? 🤷🏻‍♂️ Chi sa distinguere i segni di artiglio di koala dalle normali crepe del legno?!? 🤷🏻‍♂️ Ma soprattutto chi ce la fa a scovare in un tetto di verde un animaletto lento e pigro?!? 🤷🏻‍♂️ Ma nella vita ci vuole fortuna e tutto questo è già stato compiuto da un altro gruppo di turisti! Notiamo infatti queste persone col naso all’insù… ed ecco che vediamo mamma koala in alto su un ramo che con tutta calma passa foglie di eucalipto al piccolo che tiene nel marsupio. Una scena dolcissima 😄

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Tappa successiva Seal Bay Conservation Park (link qui). La baia è un santuario per i leoni marini. Si possono ammirare dall’alto su delle passerelle o, pagando e scortati da un ranger, si possono ammirare da vicino in spiaggia. Noi optiamo per scendere. Il ranger è chiaro: è la stagione degli amori ed i maschi sono molto aggressivi. Bisogna attenersi a tre regole: rimanere in gruppo, rimanere in silenzio, rimanere ad almeno dieci metri dagli animali. Ma la più importante di tutti è la regola zero: non cadere!!! Se un leone marino carica, allontanarsi in gruppo ma senza panico. E comunque: non cadere!!!

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I maschi dominanti sono possenti e tengono d’occhio il loro harem. Tra mole e zanne possono uccidere un uomo facilmente. I giovani maschi, più piccoli del maschio dominante, si distinguono dalle femmine dalle cicatrici sul collo, ricordo delle lotte per tentare di prevalere sul maschio dominante. La spiaggia è piena di sassolini rotondi e resti di crostacei. I leoni marini ingoiano i crostacei loro nutrimento interi. Ingoiano anche molti sassolini, il cui compito è proprio quello di frantumare i carapaci nello stomaco. Digerito il pasto, carapaci e sassolini vengono rigurgitati. Predatori voraci i leoni marini, ma anche prede. Il ranger ci fa notare come sia difficile trovare un leone marino morto sulla riva. I più deboli rimangono infatti vittime degli squali.

Prendiamo le nostre stanze al Kangaroo Island Lodge, presso Pelican Lagoon. Se stamane faceva freddo, poi di giorno col tempo che era migliorato le temperature erano salite. Ora invece sono di nuovo rigide: 4 gradi! Ci mettiamo addosso tutto quello che abbiamo e usciamo a cercare i canguri. I canguri infatti sono animali notturni. Di notte spesso si trovano sulle strade. Il problema è che, abbagliati dai fari, restano fermi e sono causa di numerosi incidenti – è il motivo perchè nell’Australia continentale le auto hanno caratteristici enormi paraurti. A Kangaroo, come in tutta l’Australia, si vedono spesso carcasse di canguri ai bordi delle strade. Come si vedono spesso i segni delle frenate per evitarli. Guidiamo quindi con prudenza per evitare di investirne qualcuno. Ne avvistiamo improvvisamente uno ai bordi della carreggiata, parcheggiamo e lo seguiamo risalendo la scarpata. Lui con un solo salto supera la recinzione di filo spinato. Noi ci adattiamo a passarci in mezzo con enorme cautela. Nel prato, armati delle nostre torce, siamo circondati da un numeroso gruppo di canguri. Mantengono le distanze, ma è incredibile vederli saltellare quando si allontanano. Il cielo stellato sopra di noi è spettacolare: riconosco facilmente le costellazioni della Croce del Sud e dello Scorpione.

6 Agosto

La mattina la superficie della Pelical Lagoon è ghiacciata ed i pellicani passeggiano senza problemi ai bordi dello specchio d’acqua. Noi raschiamo il ghiaccio dai parabrezza ed andiamo all’aeroporto di Kingscote. E’ tempo di tornare alla base. Due voli, uno dopo l’altro: Kingscote-Adelaide ed Adelaide-Sydney.

E’ venerdì sera e Sydney è una città piena di vita. Nonostante il freddo le ragazze vestono tutte vestitini primaverili (e rabbrividiscono ovviamente ma sembra importarle poco 🤷🏻‍♂️). Gli eleganti locali traboccano di giovani, c’è musica e tanta gente in giro. Sono tutti alticci – gli australiani sono più inglesi degli inglesi – ma poco molesti. Prima di rincasare torniamo alla Sydney Opera House per ammirare le sue cupole illuminate nel buio della notte.

7 Agosto

da Sydney ad Harvey Bay

Lasciamo Sydney e con un volo raggiungiamo Harvey Bay. Prendiamo posto al Next Backpackers Hostel e partiamo per la nostra prima avventura qui.

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Abbiamo un tour su una grossa nave per l’avvistamento delle balene. Per quasi due ore vediamo solo acqua e cielo. Quando ormai pensiamo che sia ora di rassegnarci, due balene emergono dalle acque ed iniziano a giocare con noi. Escono con il muso, si immergono, soffiano, nuotano a fianco della nave capovolte con le pinne mosse fuori dall’acqua a mo’ di applauso: spettacolari!

8 Agosto

Fraser Island

Gita a Fraser Island. E’ la più grande isola sabbiosa del mondo – ma qui in Australia è tutto grande: le isole, i sassi, le distanze… Dicevo: è la più grande isola sabbiosa del mondo ed ospita al suo interno una foresta pluviale ed un laghetto. Il tour si effettua solo con i ranger, che ci scarrozzano all’interno e sulla spiaggia con degli autobus 4×4.

Avremmo preferito un tour meno alla giapponese, ma non è possibile. Su Fraser non vi sono nè coccodrilli nè koala, ma solo dingo. Il mare è molto pescoso, infatti la spiaggia è piena di canne da pesca. Speranzosi chiediamo ai ranger se sia possibile fare il bagno ma ce lo vietano: la corrente è forte e tira al largo. Ed al largo ci sono gli squali che vi si mangiano! Comunque più tardi ci porteranno al laghetto interno dove invece non ci sono problemi a bagnarsi 😅

Le spiagge di Fraser sono profonde ed infinite, percorse dai 4×4 e puntellate da saltuari campeggi. E da un relitto! Il relitto della nave Maheno. Era una nave di lusso che, avviata alla demolizione, fu arenata qui nel 1935 da un ciclone. Adesso è un immenso castello di ferro arrugginito che però ha il suo fascino.

9 Agosto

da Harvey Bay a Airlie Beach

Per risparmiare tempo viaggiamo la notte su un normale autobus di linea. Niente di più scomodo. Praticamente non dormo ed arrivo pure con la schiena a pezzi! Arriviamo comunque la mattina ad Airlie Beach, dove ci imbarchiamo sul Mandrake, una barca a vela di 15 metri. Oltre a noi ci sono lo skipper, Kevin, e la cuoca, Kristel.

Kevin è australiano. Kristel è inglese, di Leeds. Laureata in psicologia, ha deciso di fare un esperienza lavorativa. Ha insegnato inglese a Singapore ed ora fà la cuoca a bordo!

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Partiamo per la nostra crociera alle Whitsundays Islands. In questa zona è possibile farsi il bagno. Siamo ad agosto è le terribili cubomeduse non ci sono. Comunque ci rassicurano: non è che ti uccidono. Ti portiamo subito in ospedale dove ti imbottiscono di cortisone per una settimana e tra dolori atroci si può sopravvivere 🤷🏻‍♂️ Bene, ma tanto non ci sono in questa stagione, meglio così. Ci sono però tante piccole meduse. Dicono innocue ma noi approfittiamo delle mute della barca per fare il bagno con quelle: snorkeling, coralli e pesci multicolori.

10 Agosto

La mattina arriviamo a Whitehaven Beach. Una spiaggia di un bianco abbacinante alla foce di un fiume. C’è da percorrere un bel sentiero per raggiungere un belvedere da cui si domina la baia. Dopodiché è ora di godersi la spiaggia.

Il pomeriggio ci spostiamo e gettiamo l’ancora in una baia dove facciamo altro snorkeling. Anche quì molte medusine, bei coralli ed enormi pesci napoleone.

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Per la sera ci spostiamo in un’altra baia più riparata. Vediamo le balene in lontananza, le tartarughe di mare che passano a fianco della barca. E giochiamo con un’aquila di mare lanciandole il cibo. L’orizzonte però non promette nulla di buono – ed è per questo che Kevin ha cercato questa baia. La notte è di tempesta. Noi tanto dormiamo sotto coperta, che problema ci dovrebbe essere? Dato che sono uno di quelli che ha la cuccetta vicino il boccaporto, lo lascio aperto con una bottiglietta di plastica. In fondo sottocoperta fa caldo. Mi metto la mascherina per gli occhi e mi addormento. Ad un certo punto Letizia, che dorme nella cuccetta sotto la mia mi sveglia. Io assonnato cerco di capire quale sia il problema. Semplice: metà della sue cuccetta è bagnata. Entra acqua dal boccaporto. Facile! Salgo sulla scaletta e tolgo la bottiglietta. Facile! Peccato che una gomena era finita all’imboccatura della botola e questa resta aperta… ed io sempre più bagnato… 🤪 vabbè problema risolto, si torna a dormire. Macché… ho detto tempesta, no? Il tender sbatte sul lato della barca, la barca oscilla – ed io mi debbo tenere per non cadere dalla cuccetta… ad un certo punto l’inclinazione è tale che posate piatti volano via dai loro alloggi… e ci si alza per rimettere in ordine… e qualcuno deve correre in bagno a sentirsi male…

11 Agosto

da Airlie Beach a Cairns

Chissà cosa fosse in programma oggi da vedere ad Airlie Beach… Tornati in porto prendiamo delle stanze in un alberghetto e finalmente dormiamo… l’unica cosa che ricordo è che le stanze erano al primo piano con un ballatoio e la balaustra era piena di upupe che ci guardavano mentre gli passavamo davanti per entrare nelle nostre stanze. La sera ceniamo e poi… altra nottata in autobus per raggiungere Cairns!

12 Agosto

Cairns mi ricorda Rimini con i suoi enormi alberghi ed il suo lungomare sconfinato, che quì si chiama Esplanade.

Il tempo non è un granchè, prendiamo le nostre stanze al Caravella Backpackers Hostel (link qui) e decidiamo di imbarcarci comunque per Green Island, l’isola della Grande Barriera Corallina più vicina alla costa. Cielo plumbeo, vento teso. Impossibile, ed inutile, fare snorkeling. Scegliamo quindi di fare un giro su una barca col fondo di vetro per vedere comunque la barriera.

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Rientriamo a Cairns ed il pomeriggio andiamo al parco di Kuranda. Esce un sole spettacolare! No comment.

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Per raggiungere Kuranda bisogna prendere la Skyrail (link qui), una funivia di 7 km e mezzo che passa sopra la foresta pluviale. Il materiale per la costruzione dei piloni è stato portato in situ grazie a degli elicotteri per minimizzare l’impatto della costruzione con l’ecosistema. Il problemama è che quando raggiungi Kuranda (link qui) ti ritrovi in una cittadina in stile far west americano (ma tutta l’Australia è spesso in stile Far West americano 😅) piena di negozietti di souvenir e di tutta una serie di attrazioni a pagamento: vuoi vedere i koala? Vuoi vedere le bellissime farfalle multicolori? Vuoi effettuare una gita sul fiume? Una specie di grosso parco divertimenti insomma…

La sera, vista la fallimentare giornata, con i miei amici ci rifacciamo cenando al porto da Dundee’s (link qui), un elegante ristorante dove mangiamo divinamente. Io: barramundi – un ottimo pesce locale – con patata americana e mango. Vi assicuro: ottimo!

Dopo cena due passi al Night Market (link qui), un posto zeppo di orientali, con molto ciarpame e prezzi alti. Insomma, ve l’avevo detto all’inizio che Cairns mi sembrava Rimini, no?!?

Chiariamoci: nulla contro Rimini e la riviera romagnola. Semplicemente non posseggono il genere di attrattive che cerco.

13 Agosto

La mattina ci facciamo due passi sull’Esplanade – c’è la bassa mare, si sente… Quì tutti fanno jogging, c’è una palestra all’aperto. In centro c’è la piscina pubblica – una cosa normale in Australia.

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Il mare è pericoloso: le meduse e gli squali. I fiumi sono infestati di coccodrilli. Tutte le grandi città che visitiamo hanno queste piscine pubbliche dove socializzare e rilassarsi. Quella di Cairns è molto bella. Ci sono giochi d’acqua e grossi massi ad impreziosirla.

Poi aereo per Alice Springs. Prendiamo i nostri 4×4, dei Mitsubishi Pajero, e partiamo per Yulara, a 450 km da Alice Springs.

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Da adesso in poi siamo nell’Outback: terra rossa, piante verdi, cielo azzurro. Forti escursioni termiche: 24 gradi di giorno, 4 di notte. Strada lunga e dritta.

da Alice Springs ad Uluru

Arriviamo la sera a Yulara al Outback Pioneer Hotel and Lodge (link qui). E’ la sistemazione più scomoda. Abbiamo delle stanzette minuscole con due letti a castello ed il riscaldamento. I servizi sono esterni ed in comune. Bagni comunque puliti e docce con acqua bollente. Però così siamo a neanche mezz’ora di auto da Uluru, appena all’esterno dell’Uluru-Kata Tjuta National Park.

14 Agosto

Kata Tjuta ed Uluru

Entriamo nel Uluru-Kata Tjuta National Park (link qui) e ci dirigiamo la mattina al Kata Tjuta. La formazione è conosciuta anche col nome inglese di Monti Olgas e consiste di una trentina di cupole (infatti kata tjuta vuol dire molte teste) costituite di un misto di tre distinti materiali: granito, basalto e scisto.

La temperatura è salita a 20 gradi circa e percorriamo un bel trekking chiamato Valley of the Winds (link qui) di 7 chilometri e mezzo che si snoda tra queste enormi rocce rosse regalandoci scorci mozzafiato.

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Al pari di Uluru Kata Tjuta ha un’importante valenza spirituale per gli aborigeni. Infatti in questo luogo si sono sempre svolte, e si svolgono tuttora, parecchie cerimonie, soprattutto durante la notte. In una di queste cerimonie era compresa una forma di punizione eseguita in pubblico, che in casi estremi portava alla morte del condannato.

Il pomeriggio ci spostiamo ad Uluru, il cui nome inglese era Ayers Rock. Come un’isola nel mare Uluru si erge maestoso circondato dalla superficie completamente piana del bush.

Percorriamo l’Uluru base walk (link qui), un percorso di 10 km che gira intorno alla roccia. Tutto in piano, 24 gradi di temperatura, affrontiamo tutte le stagioni. Primavera: camminando al sole col vento. Estate: al sole senza vento. Autunno: all’ombra senza vento. Inverno: all’ombra col vento.

Uluru è una roccia piena di cavità e formazioni particolari, tutti luoghi sacri per gli aborigeni. Ci sono anche dei resti di arte rupestre, mal conservati… disegni onirici.

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Uluru ha un ruolo particolare nella mitologia del dreamtime, l’era del sogno, un insieme di “miti di formazione”, volti a spiegare le caratteristiche geografiche del territorio (pozze, montagne, caverne e così via) come “tracce” dei viaggi e delle azioni di esseri ancestrali (vissuti, appunto, nell’epoca del sogno che precede la memoria umana). Inoltre, gli aborigeni ritengono che questi elementi geografici mantengano per sempre l’essenza vitale e creativa degli esseri che l’hanno generata. Proprio in rispetto alla cultura aborigena fin dalla partenza avevamo deciso di non scalare Uluru.

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Rimaniamo fino al tramonto quando la roccia si incendia. E’ uno spettacolo unico.

15 Agosto

da Uluru a Kings Canyon

Levataccia per vedere Uluru anche all’alba – ve l’avevo detto che valeva la pena stare scomodi pur di essere a mezz’ora dal sito. Poi si parte per il Kings Canyon.

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Il Kings Canyon è inserito nel Watarrka National Park. Percorriamo i 6 km del Kings Canyon Rim Walk. E’ molto bello con le sue rocce a gradoni.

Dormiamo al Kings Canyon resort (link qui). Sono molto gentili. Vorremmo uscire la sera per cercare dei canguri ma ce lo sconsigliano: ci sono dei dingo molto aggressivi qui. E’ pericoloso andare in giro la notte. Preferiamo il sonno ai canguri 😅

16 Agosto

da Kings Canyon ad Alice Springs

Si torna ad Alice Springs con qualche tappa intermedia come le Ormiston Gorge. Percorriamo la Mereenie Loop, 90 km di sterrato! Dato che attraversiamo un territorio aborigeno ci procuriamo anche un permesso a pagamento. Me li guido quasi tutti io: mi diverto un mondo!

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Arrivati ad Alice Springs un po’ di shopping su Todd Mall, via piena di gallerie d’arte e negozi di souvenir. Le rappresentazioni pittoriche aborigene sono per lo più astratte, oniriche, al pari delle pitture rupestri intraviste ad Uluru. L’artigianato per lo più è semplice e di fattura grossolana.

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Da Alice Springs in poi nel nostro viaggio incontriamo molti aborigeni. Trasandati, sporchi, spesso con i sintomi di un alcolismo cronico. La storia degli aborigeni è tragica, considerato anche il brutale tentativo di integrazione effettuato dal governo australiano che è arrivato a separare i figli dai genitori perseguendo una folle idea di assistenza sociale.

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La sera prendiamo le stanze all’Alice Springs Airport Motel e ceniamo all’ottimo Overlanders Steakhouse, una bella bisteccheria adorna di selle e dall’ottima carne.

17 Agosto

da Alice Springs a Tennant Creek

La mattina andiamo all’Alice Springs Desert Park (link qui). Visto che i canguri sono animali notturni, almeno quì riusciamo a fargli qualche foto!

Dopodichè tutti in macchina lungo la Stuart Highway. Da qui in poi tendenzialemente toccheremo le vecchie stazione della posta che rivalicavo verso Darwin. Ci fermiamo al Tropico del Capricorno per le foto di rito sotto il monumento qui eretto. Lungo la strada abbiamo l’occasione di iniziare ad incrociare sempre più i road trains, autocarri con ben tre rimorchi. Un modo per ottimizzare il trasporto delle merci in una landa dove le strade sono spesso dritte come spade. Sono così lunghi che quando si vuole superarli si deve attendere il loro segnale di via libera (normalmente fanno lampeggiare la freccia).

Sosta a Barrow Creek Hotel, un posto dall’arredo kitchissimo con un tizio vestito da pirata alla cassa. Di fatto la struttura risale al 1932 ed è il più antico hotel costruito sulla strada che collega Alice Springs con Tennant Creek.

Sosta successiva a Wycliffe Well, un posto dove gli avvistamenti di UFO sono così comuni, che se restassi sveglio tutta la notte a guardare, saresti considerato sfortunato a non vedere nulla, piuttosto che fortunato a vedere qualcosa 😎Che non si farebbe per provare a spillare qualche soldo alla gente?!?

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Delusi per non aver incontrato alieni, se non nella forma di cartonati verdi alla pompa di benzina, ci spostiamo a Karlu Karlu/Devils Marbles. Queste sono una formazione composta di enormi massi di granito sparsi in una valle a sud di Tennant Creek. Si ergono fino a 6 metri di altezza e formatisi nel corso di milioni di anni, continuano a rompersi e cambiare.

E alla fine, dopo 600 km, arriviamo a Tennant Creek. Che bellooooo un vero paesinoooo un po’ di vitaaaaa. Una strada principale con negozi già chiusi dalle 17 e due file di case. Fine.

Dormiamo al Desert Sands Motel. Inizia a fare caldo anche la sera, sapete?!? Dopo cena andiamo in giro appena fuori la cittadina con le pile a vedere i canguri. Belli loro.

18 Agosto

da Tennant Creek a Katherine

Tappa odierna: Daly Waters. Prima sosta al Daly Waters Pub (link qui), un altro posto kitch con tutta una serie di reggiseni appesi sopra il bancone. E poi tutti i costume alla piscina termale di Mataranka, una pozza di acque cristalline a 34 gradi. Più o meno quella esterna…

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La sera arriviamo a Katherine. Alloggiamo in una fattoria fuori città, la Springvale Homestead, dove i wallaby la fanno da padroni. I wallaby sono marsupiali la cui taglia non è sufficiente per farli considerare dei canguri. Ma sono mooooolto meno schivi dei canguri. Non puoi far cadere una mollica che già se la sono mangiata! Carina la fattoria. C’è un laghetto centrale con i coccodrilli ed un pacchetto giochi per i bimbi circondato da una leggera recinzione… proprio carina 😂

19 Agosto

da Katherine a Jabiru

La mattina ripartiamo ed andiamo a vedere la Nitmiluk Gorge. Il panorama è bellissimo. Questo è un posto da campeggio, dove si può andare in kayak lungo il fiume.

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A pranzo invece ci fermiamo alle Edith Falls, una serie di tre cascate che alimentano altrettanti laghetti. Ormai le temperature hanno raggiunto i 36 gradi e l’afa è pesantissima. Da quì fino a Darwin iniziano ad esserci mosche e zanzare fastidiosissime.

La meta per i prossimi due giorni è l’immenso Kakadu National Park. Dobbiamo raggiungere Jabiru ma riusciamo a sbagliare strada (avevamo il 50% delle possibilità all’ultimo incrocio 🤷🏻‍♂️) e ci ritroviamo davanti ad una miniera di uranio!!! La miniera di Ranger, una miniera a cielo aperto che produce il 5% dell’uranio mondiale! Decidiamo che NON ci piace stare lì e torniamo indietro e finalmente arriviamo a Jabiru. La nostra sistemazione è nel Lakeview Park ed è originalissima.

Ora… vi ho accennato che ormai fa un caldo micidiale, siamo in una zona verde ed umida… tra l’altro pure piena di volpi volanti che ti passano sulla testa e tu non sei abituato a vedere pipistrelli così grossi… bene, le nostre casette hanno le pareti tutte traforate (con la luce accesa si vede l’interno), sono coperte da un telone e fornite di pala sul soffitto. Abbiamo dormito divinamente, circondato da tutti i suoni della foresta!

20 Agosto

da Jabiru a Cooinda

La mattina andiamo a vedere Nourlangie Rock, una formazione rocciosa che conserva delle fantastiche testimonianze di arte rupestre. I graffiti risalgono a 20000 anni fà e sono stati eseguiti con le mani utilizzando un mix di terra e sangue.

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Tappa successiva le Jim Jim Falls. Per raggiungerle, prima 20 km di sterrato normale, poi altri 10 km di 4×4. Alla separazione tra i due tratti… in pieno nulla, seduto all’ombra, troviamo un anziano ranger che semplicemente ci chiede se abbiamo il 4×4!

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Le Jim Jim Falls sono asciutte e ciò che troviamo sono tre laghetti che raggiungiamo scavalcando a piedi degli enormi massi. d’altro canto questa è la stagione secca. Nella stagione piovosa, quando l’acqua c’è e ce n’è tanta, si possono vedere solo in elicottero, perchè l’acqua passa sopra il sentiero che abbiamo percorso per raggiungerle!

Andiamo a dormire a Cooinda, in un resort coi fiocchi, il Gagudju Lodge Cooinda (link qui).

21 Agosto

da Cooinda a Darwin

All’alba affrontiamo una delle più belle esperienze che potrei consigliare. L’avvistamento di coccodrilli sullo Yellow Water. Noi abbiamo prenotato il primo turno, quindi salpiamo nel momento in cui il sole sta sorgendo. Ci siamo riempiti di Autan ma le zanzare australiane non hanno pungiglioni ma trivelle. Il capitano ci presta un prodotto locale che ci ricopre di uno spesso stato oleoso che finalmente respinge queste maledette!

L’atmosfera è magica. Il sole sale lentamente in cielo, c’è ancora la bruma, gli uccelli si risvegliano e si accingono a pescare. Sui rami in alto le aquile di mare invece ancora si crogiolano al primo tepore e loro… loro, i coccodrilli, iniziano lenti a scivolare nelle acque limacciose per iniziare la caccia!

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Silenziosi, non increspano l’acqua, scompaiono alla vista tra i riflessi della vegetazione che circonda il fiume. Il capitano tenta ogni tanto di distrarci illustrandoci le piante che circondano le rive ma come fai a distrarti da queste enormi macchine da guerra?!? Perchè grossi sono grossi, ve l’assicuro!

Poi il sogno finisce, torniamo all’imbarcadero, ripassiamo dal resort per farci una doccia e toglierci quello strato oleoso antizanzara e raggiungiamo Darwin. Dopo 3600 km restituiamo le macchine e ci facciamo un giro in città. Si muore!!! L’aria letteralmente brucia. Tutte le spiagge hanno divieto di balneazione: squali e coccodrilli di mare. Sono bestie lungo circa 4 metri, vivono nei fiumi ma possono uscire per cacciare anche in mare. Ti afferrano quando sei sulla riva, nell’acqua bassa ed a loro sono imputate un terzo delle scomparse nel nord dell’Australia. Decidiamo di andare in un locale con aria condizionata e scopriamo che c’è una festa in maschera: sono tutti vestiti come antichi romani 😂

Non dormiamo a Darwin ma abbiamo un aereo la sera per Brisbane. Sveniamo appena saliti e dopo quattro ore siamo arrivati.

22 Agosto

Brisbane è un’altra città elegante e viva che fà concorrenza a Sydney. Mentre Sydney ha la baia, Brisbane ha il fiume. Un lungo parco lo costeggia, con prati da pic nic, varie piscine pubbliche (una ha anche la sabbia ai bordi), piste per chi vuole andare in bici e per chi vuole correre.

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La mattina visitiamo il Lone Pine Koala Sanctuary (link qui), dove si possono anche scattare le classiche foto con i koala in braccio. Il pomeriggio giriamo per la città. La sera saliamo sull’aereo che ci porterà a casa. E dopo due giorni praticamente senza dormire mi risveglio direttamente a Dubai 😂