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2020

Abruzzo

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Questa estate ho trascorso le mie ferie in giro per l’Italia. Viste le incertezze legate alla pandemia ho preferito non interporre un confine nazionale ed un volo aereo tra me e casa. Scenari variabili ed imprevedibili avrebbero potuto mettermi di fronte a richieste di tamponi, quarantene, spese impreviste, tempistiche di rientro incerte. E sinceramente non vedevo il motivo per trasformare un periodo di ferie in qualcosa di più impegnativo 😎

9 Agosto

Il grande vantaggio dell’Abruzzo, per chi viva a Roma, è la sua vicinanza. In un’ora e mezza circa si raggiungono molte località amene. E questa vicinanza permette spesso di improvvisare anche escursioni di una sola giornata. Erano già un paio d’anni che amici che vivono nella zona del Fucino mi avevano invitato ad organizzarmi per fare qualche camminata insieme a loro in montagna. Finora, per un motivo o per un’altro, avevo sempre fatto cadere gli inviti. Quest’anno invece ho aderito prontamente. Dato che questi amici vivono a Trasacco, ho preso una stanza all’Hotel Lory (link qui) di Celano. Perché non a Trasacco, vi chiederete? Per il semplice motivo che Celano, rispetto a Trasacco, offre un centro storico medioevale interessante, con tanto di Castello e numerose chiese da visitare e quindi mi permetteva più libertà di movimento quando non fossi stato con loro, anche senza dover necessariamente utilizzare l’auto. L’Hotel Lory è stata un’ottima scelta. Molto vicino al centro storico e quindi comodo sia per visitarlo sia per approfittare della vita serale offerta da vari locali della zona sotto il castello. L’albergo tra l’altro più ospita anche un buon ristorante: il Ristorante Ferraro. Ho cenato da loro una sera e ho mangiato benissimo.

Celano è il classico borgo medioevale tutte salite. Pieno zeppo di chiese e chiesette, resta scenograficamente dominato dal Castello Piccolomini. Il Castello fu ultimato a metà del XV secolo da Antonio Tedeschini Piccolomini. E’ visitabile e molto ben conservato nella sua struttura complessiva. E’ sede del Museo d’Arte Sacra della Marsica (link qui). Il Museo è ospitato nel piano nobile del castello e permette di apprezzare delle bellissime sculture ligne, oltre che pitture, oreficeria e paramenti sacri.

Dagli spalti del Castello si domina la Conca del Fucino. La conca ospitava in passato un lago di notevole estensione, di circa 150 chilometri quadrati. Era il terzo dei laghi italiani ed il più vasto bacino lacustre dell’Appennino. Il Lago del Fucino era alimentato da numerose sorgenti e corsi d’acqua ma non possedeva emissari naturali ed era perciò soggetto a forti variazioni del livello delle acque, variazioni che causavano gravi danni ai campi e ai centri abitati circostanti. Oltre a questo, le variazioni incostanti del livello del lago davano vita a molte zone acquitrinose che rendevano insalubre l’area, soggetta alla malaria! Già in epoca romana si tentò di limitare questi danni realizzando una galleria sotterranea che, passando sotto il monte Salviano e i campi Palentini, convogliava le acque del lago nel fiume Liri. Fu solo a metà dell’800 però che, con l’intervento del banchiere Alessandro Torlonia e dell’ingegnere De Montricher, il lago fu definitivamente prosciugato per fare spazio ad un’ampia pianura coltivabile.

Bene… tornando al mio diario, arrivo con calma a metà pomeriggio in albergo e con i miei amici andiamo subito a fare due passi e soprattutto a prendere un po’ di fresco ad Ovindoli. Celano infatti è alle porte del Parco del Sirente-Velino (link qui) ma è solo ad 800 metri di altezza e quest’anno il caldo a bassa quota si sente 😅

10 Agosto

Prima escursione programmata: Rocca Calascio. All’andata optiamo per una bella passeggiata in auto nel mezzo del Parco del Sirente-Velino, passando per Ovindoli, Rocca di Mezzo, Rocca di Cambio. Paesaggi molto belli si alternano davanti ai nostri occhi man mano che procediamo all’interno del parco. Arriviamo in tarda mattinata a Calascio, parcheggiamo l’auto ai piedi del paesino e ci arrampichiamo lungo i sentieri per raggiungere la rocca. Il dislivello tra Calascio e la Rocca è di 200 metri e quindi facilmente affrontabile. Per la cronaca: esiste anche una navetta per salire fino al borgo medioevale sotto la rocca – anche se con le restrizioni dovute al Covid la disponibilità di posti è limitata.

Ci tengo a sottolineare una cosa. Ovviamente noi avevamo ai piedi delle scarpe da trekking. Se ti dicono che devi salire per dei sentieri di montagna, non dovresti pensare di farlo in infradito o con delle scarpe aperte ai piedi. Ed invece sovente incrociavamo turisti che rischiavano di farsi male proprio perché stavano salendo o scendendo con calzature che definire inadeguate sarebbe un eufemismo!

Piccola prova col drone

Comunque sia, dopo la salita, il premio: Rocca Calascio è veramente uno spettacolo suggestivo. Si fregia di essere il più alto castello d’Italia, sito a 1460 metri sul livello del mare. Di origine normanna, serviva a consolidare il controllo del territorio da parte dei nuovi signori. A livello mediatico deve la sua notorietà per essere stata set di riprese cinematografiche per vari film, il più famoso dei quali fu quel Ladyhawke del 1985 con Matthew Broderick, Rutger Hauer e Michelle Pfeiffer che spesso quelli della mia età ricordano con affetto.

Sebbene il borgo ai piedi della rocca sia stato abbandonato dai suoi abitanti, adesso ospita comunque un bar ed un ristornate per i numerosi turisti. Ed abbiamo scoperto ospitare anche un albergo diffuso, il Rifugio della Rocca (link qui). Le camere sono state recuperate restaurando gli antichi ruderi del borgo.

11 Agosto

La mattina mi sono dedicato alla visita di Celano, delle sue chiese e del suo castello. Poi sono andato ad Aielli.

Aielli è un borgo montano caratterizzato da una torre trecentesca e da bellissimi murales. Nel borgo medioevale infatti viene ospitato l’evento Borgo Universo, un festival di street art. Molte delle case sono decorate quindi da fantastici e variopinti murales. E su una delle pareti più grande a disposizione, in prossimità della torre trecentesca, l’artista abruzzese Alleg ha trascritto il romanzo Fontamara di Ignazio Silone. Si, perché Silone era di queste parti, per la precisione di Pescina. Cittadina che ha dato i natali a lui e al Cardinale Mazzarino, famoso per essere diventato principale ministro del regno di Luigi XIV di Francia.

Più tardi mi sono riunito con i miei amici e siamo andati alle cascate di Zompo lo Schioppo (link qui). Il nome in italiano si può tradurre con “salto dello sparo” e deriva senza dubbio dal lungo salto della cascata principale che ricadendo sulle rocce sottostanti causa inevitabilmente un forte fragore. Fragore che avrei gradito ascoltare.. se la sorgente carsica che da vita alle cascate non fosse intermittente e quest’estate non avesse deciso di esserlo ancora più del solito.

Solo seguendo il sentiero siamo arrivati a poter rimirare la parte bassa delle cascate, mentre nella parte alta – in teoria visibile fin dalla strada – di acqua non ce n’era 🤷🏻‍♂️ Poi il tempo, che già stava volgendo al brutto, ci ha consigliato di rientrare ☔️

12 Agosto

Prima tappa della giornata: le Gole del Sagittario (link qui). Le gole sono una riserva naturale istituita nel 1991 e gestita dal WWF. Sono state scavate dal fiume Sagittario e permettono lo snodarsi di vari sentieri sotto le loro altissime pareti. Noi ci siamo incamminati lungo il Percorso Geologico 18, un percorso ad anello di circa 7,5 km che costeggia le sorgenti del fiume Cavuto. Questo sentiero è quello più gettonato sia per il livello di difficoltà molto basso, tanto che era pieno di famiglie con bambini al seguito, sia perché permette di godersi il fresco dovuto alle chiome degli alberi e allo scorrere dell’acqua.

Dopo un classico pranzo al sacco – nelle Gole c’è una comoda area attrezzata con tavoli e panche di legno – abbiamo raggiunto il Lago di San Domenico e l’omonimo Eremo. Qui in effetti ero già stato e avevo voglia di ritornarvi.

L’eremo sorge nel luogo dove nell’anno mille dimorò il monaco benedettino Domenico. La grotta è visitabile e a ben riflettere non dev’essere stata una vita comoda quella scelta dal futuro santo. Per la cronaca il nostro Domenico proveniva da Sora, e fu ospitato presso il monastero benedettino di San Pietro de Lacu, oggi scomparso. In seguito andò anche nella vicina Cocullo, dove guarì una ragazza morsa da un serpente. Presso la strada ammansì anche un lupo, che aveva rapito un infante dalla culla, mentre i genitori spaccavano la legna nel bosco. Insomma, si capiva che sarebbe stato santo… 🤪

Grazie ad una diga che sbarra il fiume Sagittario, ai piedi dell’eremo si è creato uno splendido laghetto. Dall’acqua gelida 🥶 Comunque qualcuno che faceva il bagno c’era e ci siamo goduti il meritato riposo dopo il trekking con i piedi ammollo nell’acqua del lago.

Per rientrare a Celano abbiamo fatto la via luuuuuunga… molto lunga. Prima siamo passati per Scanno. Scanno ha un lago famoso – visto dall’alto ha la forma di un cuore – e molto frequentato, tanto da ospitare stabilimenti balneari e pedalò. Da lì ci siamo inoltrati verso i 1500 metri del Passo Godi ed abbiamo raggiunto Villetta Barrea.

13 Agosto

Oggi sono senza compagnia a causa di un imprevisto cambio di programmi. Visto che si dice che Villeta sia la città dei cervi, che dovrebbero passeggiare lungo le rive del fiume Sangro, decido che è il caso di fare un tentativo di avvistarne almeno uno. Certo lo so… in piena stagione turistica servirebbe un vero colpo di fortuna. Ma hai visto mai?!? Infatti… percorso il lungo fiume sia lungo la cittadina che in una zona a monte della stessa… percorso una parte del lungo lago… alla fine gli unici cervi che vedo sono due cartonati davanti la Pro Loco locale 😂

Tornato in albergo mi sento con Giuseppe, un mio ex compagno di classe del liceo che ora vive a Pescara e decidiamo di vederci a Città Sant’Angelo, uno splendido borgo medioevale non lontano da Pescara. Ceniamo insieme e, visto che mi aveva parlato di questa classico della tradizione locale, provo la pasta alla mugnaia, una pasta condita con sugo di carne di vitello e maiale insaporito con pomodoro, cipolla, carota e sedano. Buona! 🍝

14 Agosto

Ultima giornata in Abruzzo dedicata alle Gole di Celano. Riaperte quest’anno dopo il terremoto dell’Aquila (la zona è soggetta a caduta massi) le gole permettono di salire da Celano (ricordo: 800 metri) fino ad Ovindoli (1300 metri). Quasi 500 metri di dislivello non sono pochi e serenamente decidiamo di percorrerle solo in parte, fino alle cascate dette degli innamorati. Le gole, le cui ripide pareti arrivano fino ad un’altezza di 200 metri dal sentiero, separano il Monte Sirente dal Monte Tino. E nel punto più stretto è possibile, allargando le braccia, toccare entrambe le montagne!

Ci divertiamo molto a risalire il canyon spesso composto da sassi e rocce tra cui zampettare. Ci godiamo il fresco della cascata, dove approfittiamo per pranzare. E poi giunge l’ora di ritornare alle macchine. La mia breve gita in Abruzzo è finita ed è ora di tornare a Roma.