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Lofoten

Nikon D750, Nikkor 24-70, iPhone 12 Pro

Dice la legge di Murphy che se qualcosa può andare storto, lo farà!!! Bene, con un gruppetto di amici avevamo programmato da tempo questa breve escursione alle isole Lofoten, nel nord della Norvegia, per vedere l’aurora boreale. Ed appunto tutto quello che doveva andare storto, è andato storto 🤷🏻‍♂️ Ma ogni vicissitudine ci porta ad aumentare il nostro bagaglio di esperienze e, nel caso specifico, ci insegna a rispettare ancora di più quella natura che troppo spesso pensiamo di aver domato grazie alla nostra tecnologia.

23 Febbraio

Come ho già accennato, avevamo programmato da tempo questo weekend. Studiando le effemeridi (che per la cronaca sono delle tavole numeriche che riportano le coordinate degli astri sulla sfera celeste per ogni anno solare) lo avevamo scelto perché la Luna si presentava quasi completamente oscurata dalla Terra. Personalmente volevo evitare le situazione che avevo trovato in Svezia (link qui), con aurore bellissime ma un vero e proprio faro in cielo a disturbare lo spettacolo. L’idea, come le altre volte, era di partire il giovedì mattina per tornare il lunedì sera.

Una domanda che spesso mi è stata posta è: perché questo schema anziché una settimana classica? La risposta è semplice e duplice. Primo, perché si abbattono i costi. Tra aereo, affitto dell’alloggio, affitto dell’automobile e spese vive abbiamo sempre sostenuto una spesa totale di circa ottocento euro a testa (poi vabbè, a causa degli imprevisti che vi racconterò questa volta abbiamo speso un centinaio di euro in più 🤷🏻‍♂️). Secondo, perché in quelle lande le cose da fare per riempire le giornate sono abbastanza poche e stare troppi giorni rischia di diventare un po’ noioso 🤷🏻‍♂️

Gruppo compatto: 5 persone, il giusto per riempire un’automobile. In due, io e Mavi, partiamo da Roma e gli altri tre, Lorenzo, Daniele e Giulia, dalla Toscana.

Già a metà gennaio il primo imprevisto. Mi scrive Lufthansa per avvertirmi che l’aereo della mattina del 25 febbraio da Fiumicino a Francoforte sarebbe stato cancellato. La loro riprotezione automatica non dava soluzioni utili e quindi da Roma, contattando il customer care, abbiamo anticipato a mercoledì nel tardo pomeriggio la prima tratta del viaggio. Partenza da Fiumicino, scalo a Monaco di Baviera ed arrivo ad Oslo in nottata. L’idea quindi era dormire in un albergo dell’aeroporto, il Park Inn (link qui), visitare Oslo la mattina lasciando il bagaglio in deposito e riunirci al resto del gruppo in aeroporto nel pomeriggio per arrivare tutti insieme a destinazione. In Norvegia dal 12 febbraio erano state abolite tutte le restrizioni legate alla pandemia, quindi niente mascherine al chiuso e niente Green Pass (è servito solo per il volo aereo Lufthansa, mentre in quello interno del giorno successivo abbiamo viaggiato come prima del Covid: senza GP né mascherina 😃).

24 Febbraio

Ci svegliamo con calma e scopriamo che la Russia ha appena invaso l’Ucraina! Peggior risveglio non poteva esserci 😰 Come da programma lasciamo i bagagli in albergo e, armati di sole reflex, prendiamo il Flytoget (link qui), il treno che porta dall’aeroporto al centro di Oslo al prezzo d’occasione di 420 corone norvegesi per un biglietto andata-ritorno (420 NOK corrispondono a circa 43 euro). Se andate in Norvegia mettete in conto da prima di partire che è tutto caro 💸 Senza eccezioni 💸

Scendiamo quindi alla stazione Oslo Sentrum, facciamo colazione in un locale carino nella stazione e usciamo direttamente sulla Havnepromenaden, la Passeggiata del Porto. Dal molo di Langkaia ammiriamo il profilo dell’Opera House e… alcuni norvegesi che usciti da delle saune galleggianti fanno il bagno nelle non proprio limpide, né calde, acque del porto 😬

La caratteristica principale del Teatro dell’Opera è il tetto bianco, inclinato in modo da sembrare emergere dal mare ed invitare i suoi visitatori a raggiungerne la cima e ad ammirare il panorama. E noi abbiamo seguito l’invito: siamo saliti ed abbiamo ammirato il panorama. Dopodiché siamo andati al vicino Museo di Munch (link qui). Nel museo si possono ammirare le opere dell’artista, artista che io e Mavi abbiamo subito ribattezzato mai una gioia 🤪 per le sue opere in cui il dolore, fisico o psicologico, è sempre presente. Oltre alle opere di Munch nel museo era stata allestita una bella esibizione temporanea sul surrealismo ed il simbolismo con opere di Marcel Duchamp, Max Ernst, Paul Gauguin, Dora Maar, René Magritte, Lee Miller, Joan Miró, Odilon Redon, e Auguste Rodin. Taaaaanta roba insomma 😉

Abbiamo anche scoperto che nel museo sono esposte ben tre iterazioni del famoso Urlo di Munch. Sono esposte in una sala nera in tre teche chiuse da dei pannelli mobili. Ogni ora solo un teca viene aperta, costringendo quindi i visitatori a ripassare per ammirare le versioni precedentemente nascoste. Barbari 😤 Noi sfruttando la pausa pranzo siamo riusciti a vederne solo due ahimè 😬

Come da programma torniamo in aeroporto e nel pomeriggio con gli altri ci imbarchiamo per la nostra meta: l’aeroporto con più denominazioni in cui mi sia capitato di atterrare 😂 Evenes (EVE nella nomenclatura internazionale) ma anche Harstad, ma anche Narvik, ma anche varie combinazioni dei tre nomi 🤷🏻‍♂️ Fate voi insomma…

Recuperiamo la nostra auto e subito in viaggio. Infatti la nostra casetta l’abbiamo presa poco prima della cittadina di Reine, nella zona più scenografica, quasi alla punta estrema di quel gruppo di isole che prima formano l’arcipelago delle Vesterlålen e poi quello delle Lofoten. Siamo al sessantottesimo parallelo nord, in pieno Circolo Polare artico. La temperatura è intorno agli zero gradi e, se non fosse per il vento, si starebbe anche bene all’aperto 😎 Al nostro arrivo nevica e tira veramente molto vento, ma per fortuna siamo ben equipaggiati.

La casetta che abbiamo affittato si chiama Valen Cabins (link qui) e consiste in uno dei classici capanni da pesca (in norvegese rorbuer) rossi costruiti a palafitta sulle sponde dei fiordi. Un amore, tutta in legno, calda ed accogliente. Appena sceso dalla macchina, mentre porto una parte dei bagagli in casa, scivolo su una bella lastra di ghiaccio e mi procuro un bell’ematoma sul fianco 😫

25 Febbraio

Problema principe di chi volesse vedere l’aurora boreale. Serve il buio, quindi siamo nella stagione giusta, visto che già verso le 19 è notte. Ma servirebbe anche il cielo sereno! Ecco… da questo pomeriggio è previsto l’arrivo di una grossa perturbazione su tutto il nord Europa, isole Lofoten comprese 🌧

Ci alziamo, facciamo colazione a casa e, visto che il cielo si sta aprendo, usciamo con l’auto per scattare qualche fotografia e visitare la zona. Forte della mia visita estiva (link qui) invito il gruppo a raggiungere come prima meta Hamnøy, ad un “paio d’isolette” da casa nostra.

Le Lofoten e le Vesterålen sono arcipelaghi composti da molte isole ed isolette, ma queste sono quasi tutte collegate da ponti o gallerie sottomarine. Quindi con l’automobile ci si sposta né più né meno di come si fa sulla terraferma. Al massimo su alcuni ponti più stretti il traffico è regolato da dei semafori ma, a parte questo, se non ci si presta attenzione, non si ha la percezione di passare da un’isola all’altra.

Qui c’è uno degli scorci più iconici delle Lofoten, l’Eliassen Rorbuer (link qui), villaggio turistico sorto sulle spoglie di un antico villaggio di pescatori e alle cui spalle si staglia una maestosa e brulla vetta innevata. Il tutto vicino ad un ponte da dove si può godere di una prospettiva magnifica. Il meteo è variabilissimo.

Passiamo da momenti di tranquillità col sole che fa capolino dalle nubi ad improvvise nevicate. Per pranzo andiamo all’Anita’s Seafood (link qui), famoso per i suoi hamburger di pesce.

Le rastrelliere di legno che si incrociano lungo la strada sono piene di teste di merluzzo messe lì ad essiccare. Non facciamo in tempo dopo pranzo ad incuriosirci che un’altra nevicata ci mette in fuga (contate che con la neve si alza anche un forte vento gelido).

Visto il peggioramento del meteo, proviamo a risalire le Lofoten per raggiungere Ramberg, villaggio che è esposto dal lato opposto rispetto alla zona di Reine e protetto (o almeno speriamo) dalle cime montuose. La scommessa si rivela giusta e porto il gruppo proprio sulla spiaggia dove soggiornai quest’estate in una rorbuer. Che colpo d’occhio quel paesaggio bucolico rivisto sotto la neve!

Ovviamente anche qui il bel tempo dura poco e tornando verso casa incappiamo in una bella bufera. Dopo un the ed un po’ di relax, usciamo di nuovo da casa all’ennesima schiarita, giusto in tempo per l’ora blu e torniamo sul ponte davanti l’Eliassen Rorbuer a scattare qualche altra fotografia. Poi ci spostiamo all’ingresso di Reine dove si può godere della vista della cittadina tutta illuminata (sempre se non si cade sulla lastra di ghiaccio che occupa tutto il marciapiede 😬).

Per ora di cena le applicazioni che permettono di monitorare l’avanzata dell’aurora ci indicano che è ora di iniziare la caccia. Quindi torniamo all’Eliassen Rorbuer posizionandoci stavolta sul lato dell’isola di Toppøya (il posto lo trovate su Google Maps come Hamnøy Scenic Viewpoint ma tanto lo riconoscete facilmente perché è l’unico parcheggio prima del semaforo che da accesso al famoso ponte).

L’aurora che vediamo è un arco debole e basso dietro il monte, poi la luminosità cala e le nuvole si riaddensano. Proviamo a spostarci di nuovo verso Ramberg, il cielo si apre di nuovo ma l’aurora non torna. Poi il tempo peggiora di nuovo e torniamo a casa.

26 Febbraio

Buongiorno mondo! Dopo una notte di burrasca il cielo è di nuovo promettente. Decidiamo di fare una gita e ci spostiamo fino al villaggio di Henningsvaer, fermandoci spesso a fare foto al magnifico paesaggio.

Henningsvaer è un posto alla moda, con negozietti di abbigliamento e di souvenir, ristoranti di vario livello e molti murales di artisti più o meno noti. Arrivando ad ora di pranzo ci dedichiamo appunto… al pranzo presso il Kafè Knusarn (link qui). Nel frattempo ci siamo dimenticati il tempo clemente ed inizia una abbondante nevicata.

Dopo pranzo, sotto la neve, giriamo per il villaggio ammirando negozietti e murales, dopodiché decidiamo di rientrare.

E da qui in poi iniziano i problemi veri… Come potete vedere dalla mappa qui sopra, ci sono due strade che poi si ricongiungono per tornare verso la nostra casa. Come per l’andata prendiamo la più breve (quella più a nord quindi) ma il tempo peggiora e si alza un forte vento. Risultato: proseguiamo a bassa velocità in un paesaggio completamente bianco, anche un po’ fiabesco direi… se non fosse che la visibilità su strada è ridotta a pochi metri… finché non troviamo delle auto incolonnate e con i lampeggianti accesi. Neanche ci siamo fermati che sopraggiunge una macchina della polizia, che ci invita ad invertire la marcia perché la strada è chiusa! Allora torniamo indietro fino all’incrocio con l’altra strada dove troviamo uno spazzaneve che sta partendo proprio in quel momento. Bene! Ci accodiamo e facilmente aggiriamo il tratto chiuso. Ha smesso di nevicare ed ha iniziato a piovere abbondantemente. Notiamo anche un rialzo delle temperature, da zero a circa sei gradi. Decidiamo di fermarci per fare un po’ di spesa in un supermercato, così da poter tornare senza premura a casa e poi metterci ai fornelli. Risaliamo in macchina e ripartiamo.

Tutto molto bello quando verso le 19… nel buio troviamo la strada chiusa da una semplice barra di legno! Così, senza un segnale, una luce, un cartello. Ci fermiamo perplessi, mentre dietro di noi man mano si fermano anche altre automobili. Chiamiamo il 112 che ci conferma che la strada è chiusa (ma dai! 😬) e ci invita a chiamare il 175, il numero della viabilità. Anche loro ci confermano che la strada è chiusa e ci spiegano che la combinazione di neve fresca, pioggia e rialzo della temperatura ha causato una valanga! Aggiungono che potremmo seguire gli aggiornamenti sul sito 175.no ma che gli orari di riapertura sono indicativi e verranno aggiornati seguendo l’evoluzione della situazione!

Calma e sangue freddo!!! Nota positiva: abbiamo con noi i documenti, le cose più preziose (le macchine fotografiche) e siamo dal lato dell’arcipelago dove c’è l’aeroporto per tornare a casa. Inoltre da dove siamo fino all’aeroporto non dovrebbero esserci altre strozzature che potrebbero venir bloccate. Quindi sicuramente torneremo in Italia. Nota negativa: i bagagli sono tutti nelle Valen Cabins. Decidiamo di affrontare un problema alla volta. Primo step: grazie a Booking affittiamo una casetta nelle vicinanze per passare la notte, a Lilleeid (link qui). Secondo step: torniamo al supermercato a comprare spazzolini e quello che ci manca per attrezzare una cena. Vorremmo anche comprare qualche capo d’intimo di ricambio ma nel weekend qui è quasi tutto chiuso ed anche i supermercati non sono d’aiuto per queste necessità. Terzo step: presa casa, accesi i riscaldamenti (un freddo quando entriamo 😬 per fortuna c’è un camino con della legna per rendere subito il salone più confortevole 🔥) pensiamo a come recuperare i nostri bagagli. Vediamo che da Svolær ci sarebbe un traghetto che ci porterebbe sulla terraferma. Da lì fino a Bodø in auto e poi un altro traghetto fino a Moskenes, la cittadina proprio dopo Reine. Ma… a parte i costi e gli orari dei traghetti… anche la strada tra Moskenes e Reine è chiusa per una valanga 🤷🏻‍♂️ Per non lasciare nulla di intentato calcoliamo quanto ci vorrebbe per andare via terra fino a Narvik e da lì giù a Bodø ma l’impresa sarebbe improba. Insomma o la strada riapre in tempo utile per tornare a Reine e poi andare ad Evenes o i bagagli non possiamo recuperarli. Contattiamo il proprietario delle Valen Cabins che ci assicura che in caso ci rispedirebbe tutto via corriere.

27 Febbraio

Bene. Ottimismo prima di tutto. Quando siamo andati a dormire fuori veniva giù un vero diluvio. Quando ci alziamo non sta più piovendo, molta neve e molto ghiaccio a terra si sono sciolti, ma le raffiche di vento sono veramente forti. Sul sito della viabilità l’apertura della nostra strada viene rimandata alla sera. Telefoniamo di nuovo all’operatore che ci assicura che sicuramente la strada resterà chiusa fino al giorno dopo. Inutile restare in zona quindi, meglio avvicinarsi all’aeroporto così da essere comodi domani mattina per la partenza.

Il tempo sembra migliorare leggermente e noi andiamo a Svolvær, la base di molte escursioni nei fiordi delle Lofoten (ovviamente non oggi 😒). Consiglio al gruppo di tornare nel locale dove pranzai quest’estate al porto: Bacalao (link qui), dove ordiniamo il piatto tipico: baccalà alla messinese, chiamato però solo bacalao 😂

Come ci aveva spiegato quest’estate il proprietario del Museo dello Stoccafisso ad Å i Lofoten, le ricette hanno girato il mondo. Questa in particolare ha viaggiato molto. Il baccalà dalla Norvegia è arrivato in Sicilia, dove l’hanno saputo cucinare a dovere. La ricetta è poi ritornata in Norvegia, dove l’hanno ovviamente e giustamente apprezzata e la servono degnamente. Per la cronaca quest’estate nel gruppo avevamo una partecipante di Messina che ci ha confermato che la pietanza era pari pari quella che si apprezza nella sua città natale. 😉

Visto che eravamo a Svolvær ci siamo fermati sulla spiaggetta dove quest’estate avevamo provato a fare il bagno. Che scena! Il parcheggio era completamente sotto la neve, tanto che abbiamo dovuto accostare poco dopo sulla strada. Come a Ramberg vedere questa marcata differenza nell’aspetto dei medesimi luoghi mi riempie di stupore.

Proseguiamo fino a Lødingen dove abbiamo affittato per la notte The Old Harbour House (link qui), una piazza d’armi sovradimensionata alle nostre esigenze ma dal prezzo modico. Tra l’altro è proprio di fronte al Mama Rosa (link qui), un ristorante dove cenammo quest’estate. E che sfruttiamo per una bella birra prima di cena – anche perché avoglia a fare la spesa ma qui dopo le 18,00 i supermercati non possono più vendere alcolici 🤷🏻‍♂️

28 Febbraio

Si torna a casa. Scriviamo al proprietario delle Valen Cabins per descrivere dove abbiamo lasciato le nostre cose per casa così da poter recuperare tutto, e restiamo d’accordo per organizzare una spedizione via corriere espresso. A quel punto abbiamo solo tre aerei da prendere perché l’avventura sia finita…

Ehm… mai rilassarsi troppo presto 😬 Ultima tratta: Francoforte-Fiumicino. Ci imbarchiamo e l’aereo si incammina a terra per raggiungere la pista di decollo. Io finalmente mi rilasso, l’aereo è quasi vuoto, tutti ci siamo messi comodi ed abbiamo cambiato posto per stare più larghi. Mi metto le cuffiette per rilassarmi, chiudo gli occhi e… così di botto l’aereo si ferma! Sono sul posto sul corridoio, vedo del trambusto avanti, la porta della cabina che sbatte, un membro dell’equipaggio che tira la tendina per celare la vista ed una hostess che si mette davanti la tendina per non far passare nessuno. Arriva un’ambulanza, intravedo personale medico salire a bordo e poi ci spiegano: uno dei piloti ha avuto un malore ma sta bene 😅 Mezz’ora di ritardo per cambiare piloti ed equipaggio e poi finalmente si parte 🛫