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Polinesia, Bora Bora

2008

Polinesia Francese

Casio Exilim

Eccomi di ritorno dal mio viaggio. Dopo le Hawaii, quest’anno ho approfondito la mia conoscenza dei Mari del Sud e, con Avventure nel Mondo, sono andato nella Polinesia Francese. Siamo stati a Tahiti (poco), a Huahine, a Bora Bora, Maupiti, Tah’a, Rangiroa [si pronuncia ranghiroa], Moorea. Tre settimane immersi nel blu e nel turchese, colori che così vividamente dipingono le lagune delle Isole della Società e dell’Arcipelago delle Tuamotu.

Polinesia, Bora Bora

 

Ho pensato di riportare di seguito un breve diario che potrebbe aiutare chi volesse andare in Polinesia. Questo anche perchè abbiamo incontrato molti italiani, spesso coppie in luna di miele, che, non avendo preso informazioni sul luogo, erano deluse da come stava evolvendo il loro viaggio.

Le foto, come sempre, su Flickr/plucciola

Avvertenze

Siamo nell’emisfero sud e le stagioni sono invertite. Ad Agosto in Polinesia è inverno. Fa’ caldo ma il sole sorge alle 6 e tramonta alle 18. Bisogna quindi alzarsi presto. Anche perchè laggiù la vita segue il ritmo del sole.

Si cena alle 19 e poi si va’ a letto. Non siamo in Italia, dove trovi locali aperti fino a notte fonda e gente in giro. Tra le 21 e le 22 chiude tutto, anche l’animazione dei resort turistici. Non ci sono discoteche e non si fanno falò sulla spiaggia.

In Polinesia si vive il mare di giorno e, stanchi, si và a letto presto.

Il grande problema di molti italiani che abbiamo incontrato nei resort era la il costo della vita in Polinesia. La produzione alimentare dell’arcipelago è insignificante. Tutto và importato ed i prezzi sono molto elevati, per tutto. Un caffè al bar costa 4 volte che in Italia, e non c’è differenza sostanziale tra i prezzi del bar di un resort o di un bar fuori dal resort stesso. Le escursioni in barca costano il corrispettivo di circa 90 euro l’una e se non le fai non ha senso essere venuti fin quì. Noi abbiamo risparmiato enormemente sull’alloggio (pensioni anzichè resort) e sul cibo (spesso abbiamo cucinato o mangiato, bene, in locali modesti) ma non ci siamo fatti mancare un’escursione: giri delle isole in barca ed in macchina, snorkeling, bagni con razze e squali, siamo andati a vedere delfini e balene. E siamo tornati dalla Polinesia entusiasti 🙂

Più di un italiano invece, dopo aver speso un patrimonio per matrimonio ed alloggio in un resort doveva limitare al massimo tutto questo, dovendosi accontentare della spiaggia vicino casa. Certo, bellissima. Ma sarà valsa la pena per costoro spendere tutti questi soldi, arrivare all’altro capo del pianeta, per stare stesi su una spiaggia senza fare nulla?!?

 

Il Diario

Siamo partiti il 26 Luglio 2008 e tornati il 17 Agosto. Il gruppo era di 13 persone: 4 maschietti ed il resto donne. Franco, cuoco provetto, ha preso le redini della cucina e c’ha meravigliato con la sua bravura. Alessandro, con l’hobby per la pasticceria ed i cocktail, c’ha deliziato con una mousse alla nutella e vari cocktail.

 

26 Luglio

Alla partenza siamo tre gruppi. Due partono da Fiumicino con orari diversi ed uno da Milano. Scalo ad Atlanta, riunione di due gruppi e partenza per Los Angeles. Lì finalmente ci raggiungono le ultime due ragazze che invece avevano il primo scalo a New York. Neanche ci conosciamo che già ci separiamo di nuovo. Alcuni ripartono subito per Tahiti. Altri, tra cui io, pernottano a L.A. e partono il giorno dopo. Le prime due tratte, Roma-Atlante e Atlanta-L.A., le facciamo sugli aerei della Delta Airlines. Qualche video che non funziona, il cibo è così così, le hostess sbuffano vistosamente prima di incamminarsi nei corridoi.

Polinesia, Tahiti

 

La tratta L.A.-Papeete invece la facciamo sulla Air Tahiti Nui. La musica cambia. Aereo nuovo e ben tenuto, il cibo è buono (strano, ma vero), le hostess tolgono il tauiller ed indossano una tipica veste lunga. All’imbarco ci offrono il tiarè, un fiore da mettere nei capelli.

 

 

27 Luglio

Il 27 sera siamo a Papeete, il capoluogo di Tahiti, e finalmente il gruppo si riunisce alla pension Heitarie Inn. Ceniamo lì. Scopriamo la birra locale, la Hinano (è il nome di un fiore), buona, e mangiamo degli ottimi tranci di tonno grigliati.

 

 

28 Luglio

Ci imbarchiamo per l’isola di Huahine. L’Air Tahiti usa degli ATR 72, bimotori ad elica con un’ottantina di posti. Huahine mi ricorda Kawai, vista l’anno scorso alle Hawaii. E’ polverosa e sonnolenta. All’aeroporto ci viene a prendere Moe col suo taxi. E’ l’ex proprietario della pension Chez Guynette. Due mesi fa’ l’ha venduta ad una coppia di francesi. Lavoravano nel Principato di Monaco in due ditte di cosmesi. Hanno venduto tutto e con la bambina si sono trasferiti quì. Chez Guynette è modesta ma dignitosa. C’è anche l’acqua calda in bagno! Non la avremo praticamente più nel resto del viaggio. La pensione è nel capoluogo dell’isola: Fare. Capoluogo… una via con il molo da un lato e dei negozietti dall’altro lato. E qualche casa sparsa nell’interno. Risplende il supermercato, il Super Fare Nui. Molto fornito. Ci illude, come l’acqua calda. Quì siamo nel lusso. Nelle altre isole dovremmo accontentarci.

Polinesia, Huahine

 

Una volta sistemati Moe ci accompagna alla più bella spiaggia dell’isola: Heiva. Una laguna di acqua bassa tra l’isola e la barriera corallina. Preferisco acque più profonde, ma quì si stà bene. Al ritorno compro maschera e boccaglio. I pesci della barriera vanno visti. Guardiamo il tramonto dal pontile di fronte casa e più tardi guardiamo le stelle. La Croce del Sud e la costellazione dello Scorpione sono le più facili da individuare. La Via Lattea è molto evidente. Spesso si vedono le stelle cadenti.

 

 

29 Luglio

Facciamo il giro dell’isola in barca. Huahine è verde e suggestiva. Il sua mare è blu e turchese. Lo snorkeling mi dà soddisfazione. Ci portano a terra a vedere le anguille dagli occhi blu. E poi su una palafitta nel mezzo di una laguna. Coltivano e vendono perle. Perle nere. Tre sono i pilastri economici della Polinesia: turismo, perle e vaniglia. Per pranzo ci spostiamo su un motu. I motu sono isolette. Spesso sorgono sulla barriera corallina stessa. Questo è molto vicino al reef. L’acqua è bassa, raggiungiamo a piedi la barriera e, meravigliati, guardiamo l’oceano aperto davanti a noi. Pranziamo a tavola a mollo nell’acqua. Che bello! Ci preparano pesce crudo (tonno) con verdure e latte di cocco. Buonissimo.

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Le sere a Huahine sono piacevoli. La pensione ha sia delle stanze sia un dormitorio comune. Ed un’enorme cucina. La sfruttiamo al massimo. Ci meravigliamo di ritrovarci a tavola alle 19 e di essere distrutti dal sonno già alle 21,30. A cena invitiamo i proprietari. Sono contenti. Ci raccontano che andavano spesso in Liguria ed amano la nostra cucina.

 

 

30 Luglio

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Facciamo il giro dell’isola in macchina. Molto verde. Poche case. Molto, molto modeste. Poco più che baracche. Un paio si stanze ed un giardino. E’ così in tutte le isole. Le case migliori, più curate, spesso sono dei francesi trapiantati quì. Moe ci dice che il 70% del ricavato delle tasse finisce in Francia. Solo il 30% rimane a loro. Moe ha molti tatuaggi sulle braccia e sulla schiena. Una volta avevano una funzione rituale e sociale. Ora sono solo un orpello estetico ed un’affermazione di identità. Vanno molto di moda i disegni delle Isole Marchesi. In effetti sono belli…

 

 

31 Luglio

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Lasciamo Huahine per Bora Bora. La vista dall’aereo è spettacolare. Siamo tutti eccitati. Il turchese della laguna è meraviglioso. Siamo alloggiati a Pointe Maitira, a 7 km da Vaitapie, il capoluogo. La pension si chiama Chez Robert e Tina. Tira molto vento. La spiaggia pubblica lì vicino è considerata la più bella dell’isola. Siamo fortunati, è riparata dal vento. Sul lato opposto del promontorio c’è il resort dell’Hotel Intercontinental. La sua spiaggia invece è letteralmente spazzata dal vento. I locali ci rassicurano. Finchè tira vento dobbiamo stare tranquilli. Vuol dire che il tempo sarà bello. Quando smetterà di tirare, verranno le piogge.

 

 

1 Agosto

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Giro della laguna in barca. Il nostro capitano tutto-fare si chiama Alphonse. Mette in chiaro che Polinesiani è un termine dell’uomo bianco. Loro si definiscono Tahitiani. Ci fà vedere un molo dove sventola la bandiera della Polinesia indipendente. In effetti, spesso sgualcito e rovinato, il drappo sventola su molte case in tutte le isole. Andiamo a fare il bagno con le razze. Alphonse ci avverte di non afferrarle per la coda. se irritate diventano pericolose anche per l’uomo. Sono un po’ (un bel po’!) timoroso, ma alla fine mi faccio coraggio, scendo anch’io e vivo una bella esperienza. Alphonse le attira con dei pezzi di sardina e loro ti si accalcano intorno. Sono vellutate al tatto. Poi andiamo vicino al reef, al jardin de coraux per lo snorkeling. I pesci sono coloratissimi. Poi risaliamo in barca e, attraverso la passe, usciamo nell’oceano. A Bora Bora la barriera è un anello continuo, con un solo passaggio verso il mare aperto, la passe Teavanui. Durante la 2nda Guerra Mondiale gli americani lo resero più profondo utilizzando cariche di dinamite. Installarono 4 betterie di cannoni e crearono l’aeroporto. E’ difficile pensare alla guerra guardando la bellezza di Bora Bora. Tornando a noi, Alphonse ci fà scendere in acqua ed attira i pesci lanciando del cibo. I pesci si accalcano. E con i pesci ecco gli squali. Inutile negare il timore che tutti abbiamo. Sono lunghi un paio di metri e comunque non sono interessati a noi. Ci dicono che lo squalo tigre non frequenta Bora Bota ma Rangiroa. Alla fine andiamo a pranzo su un motu, ultimo bagno e poi a casa.

 

 

2 Agosto

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Gita all’isoletta di Maupiti. Prendiamo il traghetto. Maupiti è piccola. La giriamo in bicicletta. 10 km di strada in tutto. Una sola spiaggia sull’isola. Tutte le altre sono sui motu. L’acqua della laguna è bassa. Dalla spiaggia raggiungiamo camminando il motu dall’altro lato. Le biciclette sono senza la classica manopola del freno. Bisogna pedalare all’indietro per fermarle. Al ritorno saliamo sul traghetto e chiediamo al comandante com’è il mare. La risposta è eloquente:Yahoo! Rodeo… Mi diverto un mondo in coperta. Un po’ meno chi soffre di mal di mare. La sera andiamo al resort vicino casa per vedere uno spettacolo con danze locali (Tamurè ed altre) e poi ceniamo ad una roulotte lungo la via. Il locale non è più semovente e lo gestisce un ragazzo indiano. La cipolla trionfa su tutto, pesce, carne e quant’altro.

 

 

3 Agosto

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Escursione sulle land rover per visitare l’interno dell’isola e raggiungere i due belvedere e visitare una della postazioni di artiglieria. Il percorso è accidentato. Così accidentato che realmente senza i 4×4 non ci si arriverebbe se non dopo un duro trekking. La vista della laguna dall’alto però è spettacolare. Anzi, spettacolare è un termine che rende poco, vi assicuro.

 

 

 

4 Agosto

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E’ la volta della gita all’isola di Taha’a. Riprendiamo il traghetto e, usciti dalla laguna, incrociamo il Falcone Maltese che arriva a vele spiegate a Bora Bora. Il Falcone è un concentrato di tecnologia, made in Italy. 88 metri, tre alberi in lega, vele rettangolari. Un vascello da sogno che batte la bandiera delle isole Bermuda. Arriviamo a Taha’a. Le spiagge sono solo sui motu. Ma l’isola è un trionfo della natura. La giungla è rigogliosa. Abbiamo affittato tre macchine e ce la giriamo tutta. Una trentina di km in tutto. Visitiamo anche una piantagione di vaniglia. Torniamo a Bora Bora che ormai è buio ed il Falcone Maltese s’è ancorato tra Vaitapie e Pointe Maitira

 

 

5 e 6 Agosto

Polinesia, Bora Bora, Falcone Maltese

Sono giorni di riposo, senza escursioni. C’è chi và a fare diving, chi dorme e chi và in spiaggia. La spiaggia di Maitira è molto bella. L’acqua arriva sempre al bacino. Al largo nella laguna impazzano i kyte surfer. La prima sera andiamo a prendere un aperitivo al Bloody Mary’s, il locale chic dell’isola. Alle 17 l’aperitivo, alle 18,30 la cena. Chiude alle 23. Considerando che tutto il resto quì chiude per le 22, a loro modo fanno le ore piccole! C’è poca scelta al bar ed il servizio è pessimo. Se posso dare un consiglio potete evitarlo tranquillamente. La seconda sera andiamo al resort del Sofitel per vedere un altro spettacolo di danza. E’ pieno di coppiette italiane in viaggio di nozze. Non sembrano felici. Dopo lo spettacolo chiacchieriamo con qualcuno di loro. Ci spiegano che l’all inclusive tahitiano non è quello di Sharm El Sheick. Il cibo non è abbondante, le escursioni a pagamento sono care (e se non le fai dopo tre giorni fermi in spiaggia ti annoi), alle 22 chiude tutto e devi per forza andare a letto. Un neo marito si sfoga e dice che se deve passare così due settimane si rischia il divorzio! 🙂

Sfrutto questi giorni per risolvere un problema. La mia carta di credito non funziona sul circuito tahitiano. Mi sono portato pochi contanti e mi faccio spedire dei soldi dai miei genitori tramite il servizio Western Union. Ma il 5 alla banca di Vaitapie dev’essere giorno di fiou. Il termine indica l’indolenza tipica del tahitiano, che si esprime con il non aver voglia di lavorare. Spesso neanche ci vanno a lavoro, quando si alzano con la luna storta. E quando ci vanno fanno il minimo indispensabile. E’ il caso dell’impiegato che è allo sportello. Insito per avere i soldi. Si raggiungono vette comiche quando l’impiegato mi dice che è da solo e deve servire i clienti dopo di me. Mi giro e sono solo allo sportello!!! Insisto, ma non c’è niente da fare. Mi fà tornare il giorno dopo ed in 5 minuti mi dà i soldi. Quì bisogna prenderla con filosofia. Matira è a 8 km da Vaitapie, il capoluogo (anch’esso, come Fare a Huahine, una strada con una decina di negozi e due banche). Le guide turistiche italiane consigliano l’autostop. Sembra che sia una pratica diffusa. Da quando siamo a Bora Bora ci disperiamo. Non ci carica mai nessuno. Spesso esausti prendiamo l’autobus o ce la facciamo a piedi. Dei francesi trapiantati lì ci confermano che è una bufala. I locali non danno passaggi a nessuno. I francesi ogni tanto.

 

 

7 Agosto

Andiamo a Rangiroa, alla pension Chez Loyne. Abbiamo lasciato le Isole della Società, caratterizzate da un’isola centrale circondata dalla barriera corallina, per l’arcipelago delle Tuamotu. Quì c’è solo la barriera che racchiude un’enorme laguna. Si vive sui motu quindi. A Rangiroa la zona abitata è lunga 12 km ed è larga al massimo 300 metri. Non ci sono spiagge su questa striscia di terra. O fai le escursioni in barca o è la fine. Quando eravamo a Bora Bora quì pioveva. Noi siamo fortunati ed il tempo più o meno regge. Loyne ci fa’ mezza pensione e cucina bene.

 

 

8 Agosto

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Facciamo l’escursione alla Laguna Blu. Il tempo non promette bene, ma i locali che ci portano ci rassicurano. A metà laguna piove e noi, con le loro cerate addosso, siamo bagnati come pulcini. Vorremmo tornare indietro ma loro insistono. Alla Laguna Blu il tempo migliorerà. In effetti alla Laguna non piove e durante la giornata fà capolino anche un po’ di sole. Quì comunque l’acqua e l’aria sono sempre calde. Ci portano all’Isola degli Uccelli dove passeggiamo e ci facciamo il bagno. Pranziamo su un altro motu e dopo balliamo con i nostri marinai il tamurè. Dopodichè loro danno gli avanzi del nostro pranzo ai pesci. Arrivano i pesci e subito appresso gli squali. Sono squali limone. Dicono che non siano pericolosi. Al ritorno avvistiamo delle mante. Le punte delle loro ali escono dall’acqua mentre virano. Due del gruppo si vogliono gettare in mare con le maschere per cercare di vederle. I marinai li fermano. Lì invece c’è lo squalo tigre, non gli squali limone. Quello ti si mangia! La sera i nostri amici vengono alla pensione a suonare per noi. Quì la vita è ancora più piatta di Bora Bora. Siamo un’attrazione!

 

 

9 Agosto

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Andiamo all’Iles du Recifs con un tempo splendido. Formazioni rocciose di origine lavica sorgono alle spalle del reef e rendono l’aspetto del paesaggio lunare. Queste strane rocce creano dei piccoli laghi dove è possibile fare snorkeling. Bellissimo il motu dove pranziamo. Pieno di verde lussureggiante. In acqua passeggiando incontriamo anche una piccola razza. Dopo pranzo vengono richiamati gli squali sfruttando sempre i nostri avanzi. Stavolta sono squali pinna nera. L’acqua a causa del fondale sabbioso e dell’affollamento di pesci diviene torbida. Facendo snorkeling ti ritrovi davanti all’improvviso qualche squalo. L’effetto finale spesso è una rapida risalita in barca del turista! 🙂 Per il gran finale ci portano al Lagonarium. Siamo vicino una passe. Ci immergiamo per lo snorkeling. Basta che dalla barca qualcuno lanci un po’ di cibo vicino a te che ti si accalcano intorno centinaia di pesci coloratissimi. E’ un’esperienza magnifica!

 

 

10 Agosto

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La mattina il tempo è ancora bello ed andiamo alle Sables Roses. Due ore in laguna ed arriviamo. Le correnti riuniscono una breve lingua di sabbia fine che affiora nella laguna. Come in Sardegna a Budelli, delle alghe conferiscono alla sabbia una tonalità rosa-salmone. Pranziamo su un motu e balliamo con i marinai. Il tempo peggiora ma durante il ritorno ci affiancano 5 delfini. Siamo estasiati dalla loro eleganza. Torniamo al Lagonarium e troviamo all’ancora il Falcone Maltese. Siamo curiosi ed i nostri marinai ci accontentano. Dopo il bagno andiamo a vederlo da vicino. E’ magnifico.

 

11 Agosto

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Partiamo per Moorea con uno scalo di qualche ora a Papeete, a Tahiti. Lasciamo i bagagli al deposito dell’aeroporto e visitiamo la capitale. E’ una città moderna, con traffico ed uno smog pesante, cresciuta convulsamente e male. Molti negozi e, dalle insegne dei locali posti in squallidi vicoli, quì sicuramente c’è anche vita notturna. Da evitare possibilmente, onde evitare spiacevoli sorprese. Andiamo al mercatino centrale, dove si può fare la spesa per la giornata o comprare qualche souvenir. Vediamo una chiesetta, un giro al porto e poi via, a Moorea. L’aereo è un bimotore da una ventina di posti. Fichissimo! In 10 minuti siamo a Moorea. Dormiamo in un camping: Chez Nelson.

 

12 Agosto

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Affittiamo tre macchine, italianissime FIAT Uno, e facciamo il giro dell’isola. Moorea è molto curata, ha case migliori in media rispetto alle altre isole e mantiene una vegetazione lussureggiante al suo interno. Come la vicina Tahiti i suoi monti si alzano rapidi ed aguzzi verso il cielo. Andiamo alla spiaggia di Temae, a dir di tutti la più bella dell’isola. Confermo. 🙂 E’ una piscina. Vedi il reef su cui si infrangono le onde e dietro c’è Tahiti con le sue vette coperte dalle nuvole. Poi ci spostiamo alla Baia di Cook, anch’essa molto bella e saliamo al belvedere, a 240 metri, da dove si dominano sia la Baia di Cook sia quella di Opunohu. Cook in realtà è sbarcato nella seconda baia, ma la prima era più bella, così per motivi turistici fu battezzata Baia di Cook!

 

13 Agosto

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Giro in barca dell’isola. Moorea è molto bella. I picchi che salgono così rapidi verso il cielo sono ricoperti di verde. Andiamo nella Baia di Opunohu. C’è un branco di delfini. Saltano e compiono belle evoluzioni. Usciamo dalla laguna nell’oceano per cercare di vedere le balene. D’inverno infatti migrano in queste acque più calde per mettere al mondo i piccoli. Falliamo al primo tentativo, ma continuando a spostarci lungo l’isola finalmente ne avvistiamo una. Il mare è mosso, non è l’ideale per vederle. all’inizio vediamo solo lo sbuffo d’acqua classico. Peniamo molto. C’è una sola balena ed al contrario degli squali non la puoi attirare verso di te. Devi provare ad anticiparne la rotta per poterla avvistare. Alla fine i nostri sforzi sono ripagati. E’ vicino la barca. Vedo il dorso, lo sbuffo d’acqua, la pinna dorsale mentre si reimmerge. Rientriamo in laguna per un’altro bagno con razze e squali. Torniamo a casa esausti e la sera festeggiamo il compleanno di Michela. Festa a sorpresa!!! Torta ai frutti tropicali e vino rosso.

 

14 Agosto

Da Moorea a Papeete e, la sera, saliamo sull’aereo per Los Angeles. Il viaggio è quasi finito, ahimè.

 

15 Agosto

Los Angeles. Arriviamo in tarda mattinata. Ci separiamo in piccoli gruppi. Me ne vado a Santa Monica. C’è la spiaggia piena di gente, il luna park sul molo. La Third Street Promenade, lunga via pedonale piena di negozi e di artisti di strada che la animano.

 

16 e 17 Agosto

Los Angeles-Atlanta la mattina e Atlanta-Fiumicino la sera. arriviamo a metà mattina del 17 a Roma.