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Risposta sproporzionata?!?

Da quando è iniziata l’operazione Piombo Fuso a Gaza il temine che spesso sento citare da chi vorrebbe fare dei distinguo sulla risposta israeliana all’aggressione continua da parte di Hamas è: risposta sproporzionata.
L’ho sentito dire da D’Alema e da Sarkozy, ma anche da tanti altri. Sono molto perplesso.
Una risposta è proporzionata quando è allo stesso livello dell’offesa che l’ha provocata.
Se uno mi tira un pugno ed io rispondo con un pugno, la mia risposta è proporzionata.
Se tiro fuori una pistola e l’uccido, ecco che la mia risposta è sproporzionata.

Analizziamo allora la situazione nel sud di Israele. Hamas dichiara finita la tregua in vigore e inizia a lanciare sulle cittadine del sud dello stato di Israele dei razzi fatti in casa. Sono missili imprecisi che vengono lanciati alla cieca su obiettivi civili nella speranza di causare quanti più morti possibili tra i comuni cittadini. Sottolineo quindi che non vengono presi di mira obiettivi militari, ma civili.
Una risposta proporzionata potrebbe quindi essere quella in cui Israele permetta ai cittadini delle città prese di mira di fare lo stesso e di bersagliare a loro volta Gaza con missili da loro stessi prodotti. Con la differenza che mentre le cittadine israeliane sono piccole ed è difficile per i razzi di Hamas centrare a casaccio qualche obiettivo, Gaza è una delle zone più densamente popolate al mondo, e quindi la risposta proporzionata di Israele causerebbe stragi su stragi.
Ma per fortuna Israele è uno stato di diritto, ed al contrario di Hamas non mira a massacrare i civili ma a confrontarsi con le strutture militari dei propri avversari.
E quindi manda il suo esercito a combattere le milizie di Hamas. Nè può evitare di farlo anche se Hamas inframmezza i suoi bunker alle abitazioni civili e sfrutta strutture civili e religiose come depositi.

L’esempio sopra mostra come una moschea centrata da una bomba lanciata da un aereo israeliano salti in aria tre volte. La prima ovviamente per l’ordigno che l’ha centrata. Le altre due esplosioni sono dovute alla santabarbara che stranamente conteneva. Stranamente, visto che una moschea è un edificio religioso e non un deposito di armi.

Purtroppo in una guerra i civili restano coinvolti sempre. Se poi una delle parti li usa come scudi umani per avere una cassa di risonanza mediatica, le conseguenze possono essere ancora più pesanti. Quello che sembra non cogliere nessuno dei predicatori della risposta sproporzionata è che il grosso delle vittime di questi giorni sono miliziani di Hamas. Difficili da distinguere, è vero. Proprio per confondersi meglio con la popolazione non indossano uniformi. Ma chi stà combattendo contro i soldati israeliani non sono civili, ma militari.

Hamas ha due grandi colpe. Una politica. Il non aver saputo imparare dalla storia. Hezbollah ha dimostrato come sfidando un avversario di gran lunga più forte sul piano militare si possa solo perdere. Il Libano è uscito in ginocchio dal confronto di due anni fà. E nulla è cambiato negli equilibri tra Hezbollah ed Isarele. La seconda colpa è etica, perchè si stà mettendo a rischio la vita di innocenti per mascherare la propria inettitudine politica.

E per tornare al titolo del post e per concluderlo ho il forte sospetto che i D’Alema ed i Sarkozy che sbandierano il dogma della risposta sproporzionata lo facciano solo per potersi mettere sotto i riflettori. Prova ne è la missione parallela del presidente francese in Medio Oriente in contemporanea a quella dell’Unione Europea. Starnazzare qualunque cosa pur di far parlare di se. Per fortuna che Carla Bruni non è più italiana, almeno non dovremmo vergognarci per lei del marito…

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