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Bar e commercio

Come molti avranno notato dopo la chiusura del bar a Via Cacini ne hanno aperti ben due nuovi.

Sono in questo caso l’espansione commerciale di due attività già avviate, la pizzeria EraOra e la gelateria Oasi Ice.

Premesso che mi auguro che le nuove attività abbiano vita lunga e prosperosa, sono però costretto a fare qualche considerazione.

Inizio il mio ragionamento con una reazione stizzita verso la noiosa tendenza di molte persone a lamentarsi senza ragionare. La lamentela in questione riguarda lo stato di salute delle attività commerciali nel quartiere.

Sento spesso dire: il commercio non decolla, è asfittico, guarda quante saracinesche abbassate, hai visto? quel negozio ha chiuso, e via dicendo.

Forse a molti non appare chiaro che non viviamo in un posto di passaggio. Chi viene quì ci deve voler venire. Per cui le attività commerciali aperte evidentemente sono quelle che le attuali abitudini degli abitanti consentono. Il numero di locali è sicuramente sovrabbondante rispetto a queste attuali esigenze. Probabilmente in futuro, grazie ai numerosi bimbi nati in questi primi anni, avverrà un maggior radicamento sul territorio da parte delle famiglie. E questo porterà all’apertura di altre attività.

Poi un ricambio nel commercio è sempre avvenuto. Magari non ci avremmo mai fatto caso, ma anche negli altri quartieri di Roma aprono e chiudono negozi. Noi però viviamo in un quartiere a misura d’uomo, raccolto, e lo notiamo più che altrove. E questo comunque è positivo. Vogliamo bene a Giardino di Roma. E’ un sentimento da valorizzare 🙂

Sono un po’ preoccupato invece da quella che scherzosamente chiamo la guerra dei bar. Nell’immaginario collettivo – faccio riferimento a chiacchiere con amici – sembra che il bar sia la panacea di tutti i mali. Viene rappresentato come fonte certa di guadagni. Da qualche banale osservazione però mi sento di non condividere questo entusiasmo. I clienti nel quartiere quelli sono. Numero fisso. Dividersi, che so, 4000 colazioni in tre o in cinque fà una bella differenza. A occhio, m’è sembrato che quando sono aperti solo tre bar, tutti e tre lavorino proficuamente. Ora che siamo arrivati a cinque ho timore che vivacchieranno.

Non me lo auguro ovviamente. Ma lo temo.