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Il minore dei mali

Oggi non è stata una bella giornata. Ho dovuto scegliere tra rischiare un’aggressione e un furto o vestirmi da fesso e farmi truffare di cinquanta euro. Ho scelto di buttare i soldi. Non ne son contento, ma alcune situazioni bisogna viverle, ahimè.

Vi racconto…

Sono incappato in una di quelle truffe palesi, di quelle che, quando ce le raccontano, ci portano a dire che noi mai ci faremmo fregare dei soldi così.

Poi però, quando ci capitiamo, quando la situazione la vivi, isolato, a tu per tu con uno sconosciuto… beh, è diverso.

Ero in macchina sull’Ostiense, dove la via incrocia Viale Marconi. Un motociclista mi bussa con la mano sul finestrino, urlando da sotto al casco dove hai la testa, hai sbandato, m’hai colpito sulla mano! Non avevo sentito nessun rumore, nessun colpo, ma lui mi supera, accosta, accosto anch’io.

Ora, la sua moto aveva un danno miserrimo alla carenatura anteriore, e lui aveva una mano gonfia da un precedente incidente. Alla mano un orologio di acciaio col cinturino aperto. Un ricordo del nonno. Dice che s’è rotto col colpo.

Ma la mia macchina sul lato del presunto incidente non aveva graffi nè botte, per cui, capita l’antifona, mi butto sul facciamo il cid. Ma il cid no, la moto è in prestito, che gli dico io al proprietario, non voglio rogne, vado allo sfascio e ricompro il pezzo, con 240 euro siamo pari e patta per moto e orologio.

Il ciiiiiiiiid, insisto! Se c’è stato l’incidente facciamo il cid. Dopo un po’: vabbè, dice lui, al tipo gli dico che la carena era così anche quando m’ha dato la moto, ma l’orologio del nonno? E’ un ricordo, costa 120 euro.

E che vuoi da me? Io campo di stipendio come te, chè sennò a quest’ora stavo a casa a cazzeggiare. Mica ce li ho 120 euro. Guadagno poco, io.

Sinceramente di mollare non avevo intenzione e vai con un’altra mezz’ora di chiacchiere, in un posto dove non ci sono passanti, se non macchine che sfrecciano, col tipo massiccio, romanaccio, due mani grosse piene di calli che s’agitava e consumava sigarette tra un’imprecazione e l’altra.

Forse se avessi continuato a tenere il punto mi sarebbe andata bene, ma… ero stato da poco al bancomat, 200 euro nel portafogli, l’iPhone in bella vista in macchina. E che ne sai chi hai di fronte? Pensi che questi ci provano, se fanno buca se ne vanno. Ma tutto quel tempo, lì soli, non è un posto dove ci si arriva a piedi. E se m’aggrediva? Valeva la pena correre il rischio? Ho pensato di no.

50 euro. Questi ho nel portafogli. Allungo la mano in macchina, sfilo dal portafogli i 50 euro e glieli do. Li intasca subito, ma non molla. Ma dammene altri 20, così sui 120 totali, 70 ce li metti tu e 50 io. Altro non ho, ho appena pranzato e ho il portafogli vuoto.

Sembra cedere. Metto in moto e torna alla carica. Mi apre lo sportello e riattacca il pippone sui 20 euro, e guarda l’iPhone. Non ce li ho, t’ho detto, e sono in ritardo. Ho un appuntamento con un medico, dai! Finalmente cede e chiude lo sportello.

Che dire? Di queste truffe se ne sente parlare. Ci fossimo trovati in un luogo pieno di gente avrei fermato qualche passante per eleggerlo ad arbitro imparziale – speravo comparisse qualcuno in quello slargo deserto – così da poter insistere sul o il cid o ci salutiamo. Alla fine ho buttato cinquanta euro, sperando di aver evitato guai peggiori.

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