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Paleoarte fatta bene

La nostra conoscenza e comprensione del tempo profondo – intendo con questo termine tutte quelle ere così antiche da non averci lasciato tracce dirette ma solo indizi – si basa sullo studio delle rocce. Sia della composizione dei sedimenti stratificati, sia delle testimonianze geologiche di vite passate, testimonianze che normalmente chiamiamo fossili. Queste due branche dello studio del passato sono entrambe importanti per il progredire della nostra comprensione del passato della Terra. La geologia ci ha svelato come nelle formazioni rocciose il passaggio tra le ere geologiche chiamate Cretaceo (K) e Terziario (T) sia evidenziato dalla presenza di un sottile strato di argilla ricco di iridio (chiamato limite K-T) un elemento raro sulla Terra ma abbondante agli asteroidi. Da qui si è partiti per andare alla ricerca del cratere da impatto di un asteroide, cratere ritrovato poi nello Yucatan. Le conseguenze dell’impatto, unite alle massicce eruzioni vulcaniche avvenute successivamente nel Deccan (una regione dell’India) avrebbero portato all’estinzione di buona parte dei dinosauri, favorendo l’ascesa dei mammiferi.

I dinosauri mi hanno sempre affascinato, fin da piccolo. Sarà per le dimensioni enormi che alcune specie potevano raggiungere, sarà per l’aspetto così alieno, ma da piccolino avevo un bel poster con un Tyrannosaurus Rex sopra il mio letto. Una specie di lucertolone ringhiante ritto sulle possenti zampe posteriori, tutto coperto di squame marroncine con sullo sfondo qualche palma ed un bel vulcano in eruzione. Rappresentazione di fantasia come ce n’erano tante… Era poi il periodo di una fortunata collana di divulgazione “Il Grande Libro di”… e come potevo farmi mancare Il Grande Libro della Preistoria?!? Anche qui lucertoloni squamosi e monotinta a riempire pagine e pagine.

Ma un fossile non è una fotografia dell’essere che l’ha generato. E’ invece la sua rappresentazione mediata dai processi che l’hanno portato a diventare quei resti che abbiamo davanti agli occhi. La scienza progredisce, la ricerca pure, e nel tempo vengono man mano scoperti tanti nuovi fossili e le vecchie certezze vengono scardinate. Questo perché molti ritrovamenti recenti hanno portato con se una sorpresa. Tracce di pigmento e di piumaggio. Sapevamo già che gli uccelli sono i diretti discendenti di alcuni dinosauri. Archaeopteryx lithographica fu per molto tempo il primo e quasi unico esempio. Ma si pensava che penne e piume fossero una evoluzione delle squame limitata a quella piccola parte di dinosauri, limitata solo a quelli che appunto divennero uccelli.

Ed invece di ritrovamento in ritrovamento si è arrivati alla cosiddetta rivoluzione piumata. Abbiamo ormai una ragionevole certezza che molti dinosauri fossero ricoperti di piume e/o penne e che fossero colorati. Hollywood si è ostinata a rappresentarceli alla vecchia maniera quando produsse i vari Jurassic Park. Ma lo fece perché i costi della computer graphic per delle rappresentazioni più realistiche erano enormi. Ma per nostra fortuna esistono molti artisti che, collaborando con valenti archeologi, ci danno delle rappresentazioni sufficientemente veritiere di questi protagonisti del passato della Terra. Grazie a Theropoda, il blog di Andrea Cau che seguo (anche se non sempre sono in grado di comprendere appieno alcuni articoli molto tecnici) ho avuto la fortuna di apprezzarne vari e vorrei evidenziavi l’opera di due di loro.

Il primo è italiano e si chiama Davide Bonadonna. Bonadonna è un illustratore di successo che si è diplomato allo IED (Istituto Europeo di Design). Grazie all’incontro nel 2007 con il paleontologo Simone Maganuco fu fulminato sulla via di Damasco e si è dedicato con indubbio successo alla paleoarte fatta bene. Evidenzio il fatta bene perché in rete di tanta roba fatta male ce n’è tantissima. Qui trovate il suo blog con vari esempi del suo variegato lavoro. Qui invece la sua pagina Facebook.

Il secondo artista si chiama Jed Taylor. Ha un bel sito che potete raggiungere qui, mentre la pagina Facebook è qui. E’ così bravo che di lui vi faccio vedere subito un lavoro magnifico in cui rappresenta la diversità dromeosauride (la famiglia di dinosauri di cui fa parte il Velociraptor, il cattivone piccolo e famelico di Jurassic Park), combinando taxa di dimensioni e morfologie differenti e scegliendo colorazioni e piumaggio estremamente realistici.

Volete avere un’idea di come erano rappresentati questi dinosauri negli anni ’80? Ho trovato qui una bella raccolta di paleoarte vintage. E se date un’occhiata un raptor ce lo trovate… ma che differneza!
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