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Storia di una truffa crudele su Facebook

Voglio contribuire a diffondere la storia di una brutta truffa che viene portata avanti su Facebook. La vicenda l’ha raccontata il giornalista Paolo Attivissimo sul suo blog.

A giugno di quest’anno Angelica (è uno pseudonimo), una persona che vive in Svizzera, viene contattata via Facebook, come capita spesso, da un altro utente in vena di conversazione online. Lui è Ethan (altro pseudonimo), sta in Inghilterra; con Angelica nasce un fitto scambio di messaggi in inglese, che spesso prosegue fino a notte fonda.

Lui man mano si racconta: è un uomo d’affari, un tipo religioso, ha una figlia molto giovane, Shirley, che sta con lui da quando ha divorziato dalla moglie che lo tradiva. Ethan ha pochi amici e a parte la figlia non ha familiari in vita (è cresciuto in orfanotrofio); fa un lavoro che lo impegna molto nel campo delle telecomunicazioni.

Man mano il rapporto via Facebook passa dalla semplice conversazione alla fiducia e all’amore. I messaggi di Ethan e Angelica sono centinaia, assidui e intensamente romantici, anche se la grammatica e la poetica forse non sono sublimi.

Il resto lo potete leggere qui o ascoltare qui. In sintesi abbiamo dei truffatori senza scrupoli che dedicano ingenti risorse a costruire e nutrire identità fittizie, col solo scopo di spillare denaro al prossimo. Dedicano molto tempo a carpire la fiducia delle loro prede per poi fingersi in difficoltà momentanea e richiedere denaro. E quando dico molto tempo non pensate a qualche settimana. Qui parliamo di mesi di chat giornaliere, di foto (saccheggiate a chissà chi), addirittura di telefonate. Un lavoro metodico e certosino. Perseguirli è difficile visto che scelgono vittime che risiedono in nazioni diverse dalle proprie. I costi delle indagini e delle rogatorie sono infatti sproporzionati rispetto alle cifre perse dalle vittime.

L’unica soluzione è quindi parlarne. Parlarne sui blog, sui social network, quando si chiacchiera tra amici. Più se ne parla, più sarà difficile per costoro trovare persone da raggirare.