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Tempi glaciali

tempi_glacialiTempi Glaciali è l’ultimo romanzo di Fred Vargas. Non il migliore, debbo dirlo. Ed è un peccato, visto che sono trascorsi quattro anni dall’ultima avventura del Commissario Adamsberg ne La cavalcata dei morti. Il problema di questo romanzo è indubbiamente una trama troppo confusa. Troppo tirati i collegamenti che legano i due scenari in cui si muovono Adamsberg e gli uomini dell’anticrimine. Troppo tirati per il lettore ma anche per gli uomini dell’anticrimine. Che non sia il migliore dei romanzi di Vargas non vuol dire che non valga la pena leggerlo. Questa volta infatti la Vargas ci precipita nel gorgo del Terrore della Rivoluzione Francese, facendoci cadere dritti dritti davanti a Robespierre. E già solo questo vale la lettura di Tempi glaciali.

Adamsberg scese fino al fiume, si trovò una panchina di pietra sbreccata e si addormentò, come forse aveva già fatto qualcun altro, proprio lì, qualcun altro oltre due secoli prima. E questo gli sembrò adeguato e confortevole.