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2017

Berlino in tre giorni

Nikon D5300 e Nikkor 18-200

E alla fine ce l’ho fatta. Sono stato per la prima volta a Berlino. L’occasione propizia è stato il weekend lungo legato al primo Maggio. Voi direte: ma come?!? La prima volta a Berlino per te?!? Hai girato mezzo mondo e non eri mai stato a Berlino finora?!? Ebbene no! Cosa dire a mia discolpa? I casi della vita… Altre volte avevo progettato di andarci ma poi era sempre intervenuto qualche imprevisto a far saltare i piani. Stavolta invece è andato tutto liscio. Anche il tempo ha collaborato. Sole o al massimo qualche pioggierellina sporadica.

Tre giorni non sono ovviamente sufficienti a vivere appieno una qualunque capitale europea, figuriamoci una capitale culturalmente viva come Berlino. Sono però stati sufficienti a farsene un’idea, a vedere i principali musei, a fare un giro al famoso zoo, ad assaporare la vita notturna e la cucina teutonica.

Ma soprattutto tre giorni sono stati più che sufficienti a farmi riflettere su un fantasma del passato: il Muro di Berlino. Il muro per me non è esattamente qualcosa di studiato a scuola. Lo rammento. Rammento la Germania divisa in due. La Repubblica Federale Tedesca con capitale Bonn e la Repubblica Democratica Tedesca con capitale Berlino Est. Rammento il mondo spaccato in due, il noi ed il loro, quell’Impero del Male di reaganiana memoria dove tutti giravano sulle stesse automobili, le Trabant, e dove non esisteva il consumismo. Ma neanche la libertà. La Guerra Fredda combattuta in giro per il mondo – le guerre in Afganistan o in Angola, il Cile di Pinochet, ecc. – il tutto cristallizzato nel Muro che spaccava in due Berlino.

Girando per la città ci sono zone dove è veramente arduo immaginarselo – grazie anche alla massiccia opera di riqualificazione urbana del centro storico della città. Potsdamer Platz è uno di questi luoghi. Centro pulsante della vita berlinese nell’anteguerra, trasformato in un non luogo dal Muro ed ora sede della movida. Girando in piazza non riuscivo assolutamente a rendermi conto come per ventisette anni quello spazio fosse stato terra di nessuno.

Per farsi un’idea occorre cercare le zone dove pezzi del Muro sono stati preservati a futura memoria. E non tanto The Wall Museum, dove un lungo pezzo di muro sull’argine est dello Sprea viene preservato con gli splendidi graffiti a celebrare la fine di un’epoca. In quella zona il muro sembra qualcosa di poco invasivo, di posticcio, di messo apposta per dar vita all’esibizione a cielo aperto. Uno dei luoghi con residui del muro che più mi ha colpito è in una strada che oggi è chiamata Niederkirchnerstraße, ma che al tempo della Germania nazista era la Prinz-Albrecht-Straße. La strada dove aveva sede la Gestapo.

La zona del muro preservata fa parte del progetto Topografia del Terrore, un’area museale che ha come scopo quello di documentare il sistema di terrore instaurato dai nazionalsocialisti in Germania e, in seguito alla guerra, anche nei paesi via via occupati, nel periodo che va dal 1933 – presa del potere – al 1945 – fine della Seconda Guerra Mondiale. E’ stato lì che ho avuto la possibilità di percepire plasticamente in cosa consistesse il muro e quanto folle e crudele fosse stato realizzarlo spaccando l’unicum di un centro abitato. Un’altra location interessante per capire il Muro è stata anche l’esibizione The Wall Panorama, una ricostruzione panoramica di fantasia del muro visto dal Check Point Charlie.

Consigliatissimo da parte mia, oltre ai classici Pergamonmuseum ed al Neues Museum, il DDR Museum. Il Museo della DDR è un’area interattiva dove scoprire un mondo ormai scomparso, quello della Repubblica Democratica Tedesca appunto. Oltre all’oggettistica varia, così vintage – c’è anche una Trabant da guidare – si può visitare la ricostruzione di uno degli appartamenti che ai più fortunati poteva essere assegnato per metter su famiglia. Tutti così uguali tra loro da dar vita ai tempi ad una buffa battuta. Buffa o tragica a secondo dei punti di vista… Se una mattina ti alzi e noti che tua moglie ha un’acconciatura diversa ed il tuo dentifricio è diverso, probabilmente ieri sera hai sbagliato la casa in cui rientrare!

Una delle cose che colpisce di Berlino è sicuramente il suo essere in costante divenire. E’ dalla riunificazione che procedono ristrutturazioni, ampliamenti, costruzioni.Tutti lo hanno sempre detto ma anche dopo così tanti anni dalla riunificazione c’è ancora molto da fare e così tanti cantieri aperti da stimolare sempre un ritorno costante in questa città.

Rientrato da questo breve viaggio sono stato preso dal desiderio di rivedere tre film che negli anni mi avevano colpito. Le Vite degli Altri, sconvolgente opera sullo strapotere della polizia politica della DDR, la famigerata STASI, organizzazione capace di spiare notte e giorno un intero popolo. Il Ponte delle Spie, film più recente ambientato proprio alla nascita del muro. E l’opera teatrale di Paolini: Ausmerzen, uno spettacolo sulle vicende legate alle teorie dell’eugenetica naziste e su Aktion T4, la struttura che si occupò materialmente di organizzare l’eliminazione dei malati di mente o con tare genetiche. Vite che, per la razza superiore, erano indegne di essere vissute.

Bene. Questo è quanto. Qui sotto trovate qualche scatto che ho fatto con la reflex. Sono più un fotografo naturalista che uno street, ma spero die essermela cavata 😅