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Io sono vivo, voi siete morti

di Emmanuel Carrére

Emmanuele Carrère – di cui, zitto zitto, sono arrivato a leggere la quarta opera dopo L’Avversario, L’Impostore ed A Calais – ha scritto una biografia dello scrittore di fantascienza Philip K. Dick. Quello di Blade Runner per chi non lo conoscesse… Il titolo è tutto un programma… perchè Dick era indubbiamente geniale. Ma anche pazzo. Ai suoi occhi le cose apparentemente insignificanti della vita avevano preso man mano connotati incredibili e straordinari, fino a diventare l’indizio che la realtà non è come ci appare. La frase del titolo infatti è una citazione presa dal romanzo Ubik. In questa opera i protagonisti pensano di essere sopravvissuti ad un’esplosione ma che il loro amico, Glenn Runciter, invece sia morto. Salvo dover affrontare una serie di eventi singolari che li fanno dubitare della realtà in cui si trovano, fino al punto di ritrovare sulla parete di un bagno una scritta con la calligrafia di Runciter: io sono vivo, voi siete morti! Secondo Dick esisteva un mondo diverso da quello dove tutti viviamo. Uno dei primi punti di rottura noti di Dick con la realtà avvenne un giorno quando, andando in bagno, non trovava la cordicella per accendere la luce. Per il semplice fatto che in quel bagno non c’era mai stata una cordicella per la luce, ma un interruttore. Di fronte ad un evento del genere una persona normale non si sarebbe allarmata più di tanto. Dick invece si convince che la realtà è scissa in due universi paralleli e che lui sia passato da uno all’altro!!! Man mano Dick avanzerà in questa sua visione, arrivando addirittura a teorizzare che l’Impero Romano non sia mai finito e che abbia costruito un immenso ologramma in cui viviamo per meglio controllarci! La cosa eccezionale è che sia riuscito a sfruttare questi suoi problemi mentali per scrivere notevoli opere di fantascienza, arrivate poi al grande pubblico più che per i suoi romanzi – la sua prosa non è eccezionale – tramite le opere cinematografiche ispirate dalle sue opere: da Blade Runner ad Atto di Forza, da The Truman Show a Terminator, da Matrix a Minority Report o alla serie televisiva The Man in the High Castle. L’unica pecca della biografia, ma la colpa non è di Carrére, è che la seconda parte della vita di Dick non è molto facile da decifrare – non lo era nemmeno per Dick 🤷🏻‍♂️ – e quindi l’ho trovata un po’ noiosetta rispetto alla prima parte.