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Su Eluana

E’ finita. Nel senso che lei è morta. Ma non è finita veramente. Perchè i pagliacci che starnazzano in parlamento continuano a coprirsi di ridicolo.
Ieri sera, di ritorno dalla palestra, ho appreso la notizia dalla tv. Per lo più ho seguito la trasmissione su La7 e, ogni tanto, il sempre inconcludente Porta a Porta su Rai 1.
Su un argomento così profondo e delicato bisogna essere cauti. Anche perchè ognuno di noi avrà la sua opinione. Pienamente legittima e rispettabile.
Ecco. Questo è il punto. Quello che non accetto è il voler affermare l’opinione di una parte sull’altra. Il voler far prevalicare la visione di alcuni su quella di altri.
Non ritengo assolutamente ammissibile che uno Stato che si professa laico pretenda di far accettare a tutti i suoi cittadini i dogmi morali di una parte di loro su argomenti così delicati.

Il tutto poi con affermazioni campate in aria e senza la minima conoscenza dei fatti.

Sento alti prelati e politici di passaggio parlare di omicidio. Se ci fosse un omicidio ci sarebbe un assassino. E, vista la pubblicità del caso, sarebbe sicuramente stato arrestato. Visto che fin’ora nessuno è ospite delle patrie galere per questa vicenda, sarebbe il caso di moderare i termini. Perchè le parole sono macigni. Perchè le parole a cui non si dà pari diritto di replica feriscono le coscienze. Perchè le parole uccidono. In questa nazione abbiamo avuto già troppi cattivi maestri straconvinti di essere giudici infallibili.

Sento di persone con pregresse esperienze di coma scrivere lettere a Porta a Porta sul loro risveglio. Persone a cui i vari pagliacci della tv che si spacciano per giornalisti non hanno spiegato la realtà dei fatti. La coscienza, l’anima per chi ci crede, sono ospitate dalla corteccia cerebrale. Che non è uguale ai transistor dei computer. Anche dopo anni dai corrente e riprendono a funzionare. E’ tessuto vivente, tessuto complesso e delicato. Così delicato che l’organismo lo protegge con una scatola ossea, con tre meningi, e con un particolare filtro alle sostanze circolanti nell’organismo. Un tessuto che in quella ragazza non c’era più. Un tessuto che una volta perso non può riformarsi, se non nella penna dei più audaci scrittori di fantascienza. Quella ragazza non si sarebbe mai più risvegliata. Nemmeno con tutto l’amore del mondo. Nemmeno con tutte le cure possibili. Nemmeno con tutta la fede di chi ci vuole credere a tutti i costi. Dormiva in un sonno senza sogni. Perchè anche la sede dei sogni non c’era più.

Ho sentito parlare di dolore. Di sofferenza. Di morte atroce. Chissà. L’uomo avrebbe potuto fermare quel cuore e dissolvere le briciole di quell’esistenza in maniera pietosa. Ma l’uomo è una belva feroce. Una belva che preferisce asservire il dolore degli altri alle proprie questioni di principio. Per cui morte per fame e per sete doveva essere e così è stato. E un corpo debole e devastato ha retto molto meno di Pannella e dei suoi ricorrenti scioperi di fame e sete. E questo ha destato meraviglia. Se qualcuno dei bercianti di oggi avesse visitato quella povera ragazza invece di mettersi in cattedra, magari non si sarebbe così meravigliato. Ma tornando al dolore, chi lo sa se quel corpo ne ha avuto coscienza? Chi sa se una pianta sradicata dal suolo ha sensazioni diverse da quella povera ragazza? Nessuno di noi. E mentire per darci ragione a forza non ci dà risposte a questa domanda.

E ora in Parlamento continuano a berciare sul loro decreto. Legge di fine vita, la chiamano. Ma come si permettono di intromettersi nelle coscienze di ognuno di noi? Perchè debbo essere costretto a scelte che non condivido? Perchè lo Stato deve scegliere per me? Perchè, caro Berlusconi, al contrario di quanto scioccamente hai affermato, ora sono io a scegliere. Con questa legge, sarà lo Stato a farlo. E allora sarà anche il caso di non chiamarvi più Popolo delle Libertà. Ma Popolo delle Libertà Limitate.

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